Chi sono ?

La cosa più difficile è sempre scrivere o parlare di se stesso, e ancora più, non sapere, chi alla fine sarà destinatario di queste parole. E con tutto questo essere sincero e imparziale. Da una parte non vorrei che questo sembrasse un ufficiale "curriculum vitae", ma dall'altra non si può non scrivere alcune cose-avvenimenti più importanti (almeno per me!) per far capire Chi sono....

To moja twarz dzisiaj

Ecco sono passati appena 11 anni dalla seconda guerra mondiale;1956 un gennaio molto freddo e nevoso, e più precisamente la festa della Conversione di San Paolo Apostolo, quando nella piccola città Ostrów Mazowiecka , nella casa a Via Wilenska, per la prima volta ho visto la luce del sole. E così è cominciata l'avventura della mia vita. .

In questa casa non siamo stati tanto tempo (di questo periodo non ricordo tanto),perché i miei genitori hanno deciso di costruire la propria casa - ma che coraggio! cominciare un'avventura simile in condizioni di grande povertà. Dopo la guerra praticamente non avevano nulla fuorché le mani per lavorare e la voglia di vivere.

La prossima tappa della mia avventura della vita era così detta Wojtowka. Questo era un nuovo quartiere situato ai confini della nostra città e per dire la verità tra i campi di grano. Fino a oggi è rimasto un segno di quei tempi: una Croce con la scritta: "Cristo Re tra i campi".

Gli inizi del nostro soggiorno nel "nuovo quartiere" erano tanto difficili, ma a me sembrava, che così doveva essere (come è bello vivere quando non si conosce niente fuori del proprio piccolo mondo!). Abitavamo la con tutta la famiglia (nonno, nonna, zia, babbo, mamma e noi tre fratelli) nella casa "bicamerale". Tutto era tanto stretto ma... proprio. In questo periodo papà ha cominciato ha fare gli scavi per le fondamenta della NOSTRA CASA. Per noi bambini era tanta gioia, perché dalla mattina fino alla sera potevamo giocare sulla sabbia. Solo ogni tanto la nonna ci costringeva a pascolare le oche oppure ci portava nel bosco per raccogliere i mirtilli. A me piaceva andare nel bosco (perché la nonna prendeva per la strada i panini) ma non mi piaceva cogliere i mirtilli (sono così piccoli!). Ma sempre ognuno di noi era obbligato a portare a casa una certa quantità di questi frutti.

Non mi ricordo bene che cosa facevamo la sera (specialmente d'inverno), perché allora non c'era elettricità. Probabilmente andavamo molto presto a dormire. Ogni tanto ci radunavamo con i vicini di casa e ognuno raccontava qualche storia o favola. Di solito queste storie erano così terribili, che dopo avevamo paura di uscire da casa.

Mi ricordo bene quando hanno cominciato l'elettrificazione della città e del nostro quartiere. Naturalmente, essendo la Polonia uno stato comunista, "tutto era gratis", ma per accendere al più presto la lampadina, tutti dovevano fare la colletta per comprare i pali per reggere i fili. Dopo, ogni famiglia doveva "ospitare" almeno uno degli elettricisti. Anche da noi, dove era tanto stretto, per un certo periodo abitava e mangiava uno degli "specialisti" che piantava i pali. Ma sempre c'era gioia.

Quando ho cominciato a frequentare la scuola elementare (1963) ci siamo trasferiti nella "nostra casa". In realtà era finita solo la cucina, ma la c'era tutto (la cucina, la camera da letto, il salone, la dispensa). Altri vani erano "attappati" con le tavole per non far entrare il freddo. Il primo inverno l'unica illuminazione era la lampada a nafta, perché solo a primavera (1964) ci hanno allacciato alla rete elettrica.

Ho avuto la "fortuna" di frequentare 12 anni la stessa scuola. É successo così che la mia scuola elementare era nello stesso edificio del liceo. Nella prospettiva del tempo, so che questo era un vantaggio per me, ma durante le elementari questo era un peso grande. Una parte degli insegnati del liceo insegnava nelle elementari (così era più comodo per la scuola) allora erano più esigenti che nelle altre elementari della città. Ogni tanto sognavo di passare ad un altra scuola ma dall'altra parte ero orgoglioso che la nostra scuola avesse "un livello più alto" (ancora così piccolo ma già credevo nella propaganda!).

In quel tempo ho cominciato ad essere chierichetto. Mi ricordo bene che sono stato "trascinato" dagli amici per puro caso e così mi è rimasto al giorno di oggi.

Ho concluso le elementari abbastanza bene e dopo ho cominciato a prendere le lezioni nel Liceo di Nicola Kopernik. Il nome della scuola è stato cambiato, ma gli insegnanti, l'edificio, il campo sportivo - tutto è rimasto come nelle elementari. Questo era e bello e brutto. Noi (dalla nostra scuola) conoscevamo bene i professori (i loro pregi ma anche le debolezze) - questo era bello, ma anche loro conoscevano noi - e questo non sempre era tanto piacevole.

Il periodo del Liceo è stato uno dei più piacevoli della mia vita, e penso di scrivere su esso qualcosa di più (è un progetto) perciò adesso lo lascio in sospeso.

Kosciol parafialny w Ostrowi Mazowieckiej

Alla fine della quarta Liceo (o forse un po' prima) abbiamo cominciato sul serio a progettare la nostra vita. Io in realtà già avevo scelto "la mia strada", ma ancora pensavo, riflettevo, sognavo... Alla fine ho deciso: Vado al seminario.

Sulla mia decisione hanno influenzato tanti fattori. Il primo era questo che mi sentivo bene vicino all'altare (chierichetto), ero convinto (su quell'età) cattolico (questo ho acquistato partecipando ai campeggi, ai pellegrinaggi, ai ritiri spirituali), ho incontrato sulla mia strada tanti simpatici sacerdoti (non solo quelli della mia parrocchia), e naturalmente l'atmosfera della fede e religione che vivevo ogni giorno nella mia casa.

Ancora prima dell'esame della maturità ho confidato il mio progetto di andare al seminario al sacerdote che si occupava dei chierichetti nella nostra parrocchia - Don W. Ma tutto questo tenevamo in segreto fino al giorno che ci hanno consegnato i diplomi. Lo stesso giorno, quando tutti goivano per la fine della scuola, per fatto di essere diventati "maturi", insieme con Don W. siamo andati a

Lomza per iscrivermi al Seminario. Wyzsze Seminarium Duchowne w Lomzy Là ho saputo che anche uno dei miei amici del Liceo, della stessa classe "A", Mietek, ancora prima degli esami si è presentato al rettore. Neanche nella mia casa sapevano sui miei piani (ufficialmente dovevo cominciare gli studi di geografia all'Università di Varsavia). Quando sono tornato da Lomza e ho comunicato quello che avevo fatto, all'inizio non volevano credermi. Hanno telefonato al parroco e hanno ricevuto la conferma. Allora la mamma ha cominciato a piangere (di gioia) e il babbo ha detto solo un proverbio: "Come prepari il letto così dormirai!". E così ho cominciato la nuova tappa, la nuova avventura della mia vita.

Gli anni 1975-1981 questo è la permanenza nel Seminario Maggiore di Lomza. Anche questo forse un giorno avrà un elaborato più profondo e più dettagliato. Adesso posso solo scrivere: Questi erano gli anni che non si possono scordare mai. Così come i compagni, così anche i professori ed educatori hanno lasciato sulla mia anima una traccia. Per tutto questo ringrazio sempre il Signore.

É arrivato finalmente il giorno 30 maggio 1981. Il giorno della gioia e felicità. Questo giorno aspettato con grande ansia. Questo giorno che ha cambiato tutta la mia vita. Anche se lo aspettavo da così lunghi anni, non pensavo, che così tanto influisse sulla mia personalità, sul mio "essere". Non solo questo che da Taddeo sono diventato Don Taddeo. Nel mio cuore è stato versato qualcosa, che è difficile definire. Quel qualcosa - è LUI. Lui mi ha riempito. Lui mi ha cambiato completamente. Forse non tutti hanno notato questo cambiamento, ma io l'ho visto subito, io l'ho sentito, e adesso ogni giorno lo conferma.

Che gioia e felicità diventare il sacerdote di Cristo. Questo non è possibile descrivere o raccontare, ma non si può dimenticarlo. Come insegna la teologia, il Sacramento dell'Ordine, così come il Battesimo o la Cresima. lascia un segno incancellabile sull'anima. Bisogna solo aprire bene gli occhi del cuore e sicuramente riusciamo a vedere questi "sigilli", e quello del sacerdozio è il più grande, più chiaro e più bello.

Grazie Signore per questi "sigilli", in modo particolare, per quell'ultimo, per questo che sono Tuo in eterno.

Il giorno seguente - 31 maggio - era il giorno della mia Prima Santa Messa, ma anche il giorno del compleanno di mia Mamma. E di nuovo grande gioia, grande felicità. Nella mia parrocchia, dove per quasi 18 anni avevo "servito" la Messa, adesso presso lo stesso altare da solo celebravo. Scusate, ma non sono in grado esprimere tutto quello che ho vissuto in quell'ora, quando per la prima volta ho compiuto - in persona Christi - l'Eucaristia.

Alla fine della Santa Messa ancora qualche discorso, i fiori, la solenne benedizione, e dopo - è una tradizione - un grande pranzo: le nozze del sacerdote. É vero che in questo giorno non si poteva fino in fondo esprimere la nostra gioia, perché tutta la Polonia era in grande lutto dopo la morte del Cardinale Wyszynski, e in questa domenica pomeriggio sono stati celebrati i suoi funerali.

I giorni seguenti avevamo il pellegrinaggio dei nuovi sacerdoti (eravamo 15) al Santuario della Madonna a Czestochowa, la Santa Messa concelebrata nel nostro Seminario per i compagni più giovani e le Sante Messe in diverse parrocchie, dove eravamo invitati dai parroci per "svegliare nuove vocazioni" nelle loro parrocchie.

Dopo il "mese di miele" che serviva ad "abituarsi" ad essere prete e al riposo dopo gli studi in seminario è arrivata la "Raccomandata" dalla Curia e in essa il decreto del Vescovo con la nomina del vicario parrocchiale nella Parrocchia di Wizajny .

Nel primo momento questa non era la notizia troppo bella. Wizajny - il pezzo di terra della nostra Patria posto sul confine con la Russia, la più lontana parrocchia della nostra diocesi, il posto più freddo della Polonia. Però, dopo il primo impatto, ho scoperto che questo è un posto meraviglioso. La parrocchia di cinquanta laghi (in realtà sono un po' di meno, ma il parroco ripeteva sempre che dei laghi in parrocchia ce ne sono cinquanta), situata sulle colline di Suwalki, i terreni con tanti boschi. É un posto meraviglioso per riposare. Altro vantaggio per me era quello, che in parrocchia c'era un buonissimo parroco Don P.F., il quale mi ha insegnato ad essere "prete in parrocchia". "La prima parrocchia è come il primo amore" - non si scorda mai, e sempre si ritorna là con grande gioia.

Dopo due anni sono stato trasferito alla parrocchia Nur sul fiume Bug, (la parrocchia Wizajny e Nur erano le parrocchie più distante nella nostra diocesi), dove sono stato solo un anno. Penso che questo è stato un anno abbastanza calmo nella mia vita sacerdotale.

Nel settembre 1984 sono stato trasferito a Kolno . Questo era per me un grande cambio, perché le parrocchie Wizajny e Nur erano le parrocchie nei piccoli paesi invece adesso sono stato trasferito in città. Quello che mi spaventava di più era la mancanza dell'esperienza nella catechesi con i ragazzi delle scuole superiori, e in più dovevo fare il catechismo con le ultime classi. Nei primi giorni vivevo come un incubo - ma l'uomo si abitua a tutto. Qui ho svolto anche la funzione del cappellano dell'ospedale cittadino - questa era un'esperienza bellissima.

 

Oggi posso dire con sicurezza che l'esperienza di Kolno (sia il lavoro con i giovani che il servizio in ospedale) hanno fruttificato e danno frutti ancora oggi. Proprio là ho consolidato il "mio mestiere". Ma il mio soggiorno a Kolno non è stato lungo, perché già nel settembre 1985 sono partito a "lavorare" in Italia. E qui è cominciata l'altra avventura che dura fino ad oggi.

Il 13 settembre (venerdì) 1985 sono atterrato a Fiumicino. Non capivo neanche una parola d'italiano e dovevo andare a Terni. Dico sinceramente: avevo tanta paura del "nuovo". Non sapevo che cosa mi aspetta, e come mi sarei trovato là.

La più brutta esperienza (penso che ognuno che va all'estero la vive) è non conoscere la lingua. Prima della partenza ho pensato che il latino che avevo imparato in Seminario e l'italiano, fossero la stessa cosa, invece... anche la pronuncia del latino in Italia è così diversa, che non si poteva in alcun modo appoggiarsi su questa conoscenza. Bisognava mettersi a studiare sul serio.

All'aeroporto mi aspettava un gruppetto di giovani dalla Parrocchie dell'Immacolata Concezione di Terni, dove dovevo cominciare il mio lavoro pastorale. Li ho riconosciuti, perché avevano con sé una grande scritta: "Terni - Taddeo". In qualche maniera ci siamo capiti (anche se facevano male le mani da questo dialogo!), dopo mi hanno caricato sul pulmino e siamo andati a Terni. Solamente sul posto ho capito che cosa tentavano di dirmi lungo la strada. Ecco il parroco in quei giorni stava male e non poteva venire a prendermi all'aeroporto e per questo aveva mandato questo "branco" dei suoi collaboratori.

Dopo i primi saluti abbiamo pranzato, poi la siesta, e dopo una breve visita dal vescovo. Anche lui ha provato parlare con me, ma non ha potuto sapere niente da me. Il giorno dopo, dalla mattina imparavo a leggere dal messale, perché alle 18°° dovevo dire la Santa Messa. Come ho fatto, hanno capito qualcosa, questo anche oggi è difficile a dirsi, ma così ho cominciato.

Dovevo imparare non solo la lingua ma anche la pastorale, così diversa da quella che avevo imparato in Polonia. Là avevo da fare con la pastorale di massa (sia in chiesa, nelle sale catechistiche, che ai pellegrinaggi) e qui per la prima volta avevo da fare con la pastorale di gruppo e anche individuale. Per me questo era in un certo senso uno choc. Non subito ho capito il senso di agire in questa maniera (abituato a parlare alle masse adesso vedevo davanti a me solo qualche volto). Solo dopo un po' di tempo ho cominciato a scoprire il vero volto della Chiesa Italiana.

Na audiencji u Ojca Swietego

Il soggiorno nella prima parrocchia di Terni mi è servito non solo a imparare la lingua e il nuovo metodo della pastorale ma era anche il tempo dei piccoli e grandi viaggi in Italia. Spesso con il parroco andavamo in giro per scoprire qualcosa di nuovo ed interessante. "Contagiato" da lui col tempo ho cominciato da solo a viaggiare. Mi è servito questo negli anni successivi, quando in Italia hanno cominciato a venire numerosi pellegrinaggi organizzate dalla nostra diocesi. Di solito per questi gruppi servivo da "cicerone". Grazie a questi servizi spesso andavo alle udienze col Papa e ho fatto una bella collezione delle foto con il Santo Padre.

Dopo tre anni il vescovo mi ha trasferito all Parrocchia di Santa Maria Regina, anche a Terni. Là ho conosciuto un altro stile di lavoro. Gli anni della collaborazione con Don Sandro (parroco) mi ricordo sempre con una lacrima nel occhio, ma lo so che quello che è passato non ritorna più.

Nel aprile 1990 sono stato nominato parroco della Parrocchia SS. Rita e Lucia in Narni.

Quando ricordo il giorno della nomina ed ingresso in Parrocchia sempre mi trema nel cuore una strana corda. Lo sapevo che prendere questo incarico non era solo un onore ma anche una grande responsabilità. Sempre è così, che quando si è viceparroco non si sa niente dell'amministrazione della parrocchia (sempre pensa il capo), anche in seminario non si parla di questo, solamente quando si diventa parroco allora bisogna subito imparare. Ma forse anche questo è bello, perché ogni parrocchia è diversa, ha diverse esigenze ed in ogni parrocchia bisogna adattare altro modello della pastorale.

Per tre anni sono stato parroco in Narni e nel 1993 sono stato chiamato dal vescovo per ritornare in Polonia. Qui il mio vescovo mi ha chiesto di organizzare una nuova parrocchia nella città di Ostroleka. Questo compito ho accettato malvolentieri, perché sapevo che "gioia" mi aspettava. Come contributo per il nuovo lavoro ho ricevuto dal Vescovo ... la benedizione, e con questo capitale ho cominciato una "nuova avventura".

Tutti sappiamo come è difficile dividere una comunità e creare una nuova, e in più quando la gente ha le esperienze brutte. Proprio così era a Ostroleka. Per diversi anni Ostroleka era come un'unica parrocchia. Col tempo, quando si è ingrandita è stata divisa in due parti, poi ancora una. Ma si sa come era in Polonia (come in tutti gli stati comunisti) con i piani dello sviluppo architettonico, che è difficile prevedere in quale direzione l'architetto cittadino vuole ampliare la città, e solo allora bisogna adattare a questi piani la costruzione della nuova chiesa.

Tymczasowa drewniana kaplica p.w. Sw. Franciszka w Ostrolece

Quando sono arrivato a Ostroleka, allora era già in costruzione un'altra chiesa del Salvatore del Mondo (la parrocchia che è stata eretta otto anni prima e adesso aveva 25 mila abitanti), e io dovevo nelle vicinanze costruire "qualcosa di nuovo". Il primo impulso della gente era facile da prevedere: dalla parrocchia che ha cominciato la costruzione della chiesa creare una nuova? - non questo è troppo. Mi è costato tanto convincere gli abitanti del quartiere "Centrum" per accettare questa proposta. Alla fine il 3 maggio 1994 il Vescovo ha benedetto il terreno per la costruzione della nuova chiesa, la quale doveva essere il principio della nuova parrocchia. Quattro mesi dopo il Vescovo benediceva già la chiesa temporanea di legno dedicata a San Francesco d'Assisi (è rimasto l'amore per il santo che ho conosciuto in Umbria. É un privilegio del parroco che costruisce la chiesa la scelta del nome del Patrono). Ed io sono stato nominato il parroco della nuova comunità parrocchiale.

Però, il mio spirito "viaggiatore" non si è addormentato, la nostalgia della terra e del sole italiano erano troppo forti, ed è successo che nel dicembre del 1996 sono ritornato in Italia, questa volta in Toscana, diocesi di Pisa. Ma di questo scriverò un'altra volta, perché questo è ancora davanti a me...

(28 ottobre 1997)

Dopo tanto tempo sto tornando alla mia pagina. E' vero che non ho nessuna giustificazione perché per così lungo tempo non ho fatto nessuna attualizzazione. Il più grande impedimento nella continuazione è sempre.... la pigrizia!!! Anch'io, purtroppo, sono sottomesso a questa legge. Ma...

Proviamo di ricominciare. E che cosa è successo in questo lungo tempo???

Dopo due anni del mio soggiorno a Pontedera sono stato trasferito nella Parrocchia di Zambra. Là non mi sono fermato per troppo tempo, perché già nel 2003 l'Arcivescovo mi ha affidato la Parrocchia del Romito di Pontedera. Questa è una parrocchia nuova, eretta trent'anni fa. La chiesa è stata consacrata solo un anno prima del mio arrivo.
Nell'anno 2005 siamo riusciti a fare una bella gita-pellegrinaggio in Polonia. Questo era un evento che mi ha permesso di diventare amico e non solo il parroco per questa gente. Fin'ora ci sentiamo e ci vediamo spesso ricordando con grande piacere questo viaggio. (Se hai voglia, puoi vedere anche le foto di questa gita!).

Ma neanché qui mi sono fermato troppo a lungo perché nel 2008 sono stato trasferito a Pisa, dove sono fin'ora svolgendo la funzione del cappellano dell'Ospedale di Santa Chiara.

Già oggi posso dire che questa nuova esperienza è molto bella e impegnativa. Mi ha fatto crescere tanto spiritualmente e conoscere i miei limiti, le mie debolezze umane.

In questo tempo ho fatto raccolta delle preghiere per i malati e non solo..., le quali vorrei anche condividere con Te!

Fino a quando sarò qui??? Il tempo lo farà vedere!

(17 novembre 2009)

E la fine del servizio in ospedale è arrivata. Ho i sentimenti un po'... mescolati. Sono contento di ritornare alla vita parrocchiale, ma...

Praticamente dal 1 ottobre 2011 sono in Parrocchia di Campo. Piccolo paese nel Comune di San Giuliano Terme. A gennaio di quest'anno è morto il parroco Coli don Mirio che per 43 anni ha guidato questa Comunità. Adesso tocca a me! Quanti anni????

(20 novembre 2011)

16 dicembre 2013 - un piccolo incidente con lo scooter (anche se nei giornali hanno scritto: "Don Taddeo reduce di un grave incidente stradale" :) . In realtà ho lussato la spalla (che dolore!!!!!!!!!!!)

Cosi dal 16 dicembre non mi sono presentato in Parrocchia e a metà di gennaio il Vescovo mi ha comunicato che mi toglie "dal pendolarismo", perché purtroppo la canonica a Campo non è abitabile e per tutto questo tempo dovevo fare i viaggi tra Pisa e Campo.

Sono tornato in Parrocchia per la Candelora e una settimana dopo ho salutato la Comunità e adesso... sono senza incarico (libero battitore!!!). Facendo la riabilitazione sto aspettando la chiamata del Vescovo e la nuova missione. Speriamo meglio almeno con l'abitazione :).

(10 febbraio 2014)

Da tanto tempo non ho aggiunto neanche una parola a questo scritto :(...

Ma dopo quasi un anno spero di riprendere il ritmo di aggiornare almeno le omelie domenicali, perché ora mi sono un po' "stabilito". Ma cominciamo con un po' di cronologia:

Dopo il famoso "grave incidente stradale" per qualche mese dovevo fare la riabilitazione. Erano i momenti anche dolorosi, quando i terapisti volevano raddrizzarmi troppo presto.

Quando mi sono ripreso abbastanza bene è venuto il tempo di "dolce far niente". Solo solo una volta ogni tanto andavo ad aiutare i preti amici, oppure ero chiamato dalla Curia per fare qualche sostituzione. Questa situazione è durata fino alla fine di luglio, quando il Vescovo mi ha proposto la nuova Parrocchia. Mi ha dato una settimana per pensare e decidere. Ma era poco da pensare, perchéla Parrocchia ho conosciuto un po' prima, quando il Parroco mi chiamava ad aiutarlo.

Finalmente il 06 agosto 2014 il Vescovo ha firmato il Decreto dove ha scritto: "ti nomino Amministratore Parrocchiale della Parrocchia di Sant'Jacopo in Metato di San Giuliano Terme".

Subito ho cominciato a fare i preparativi per il trasloco. Unico "problema" era Don Carmelo, che doveva trovare la casa per sé. Dopo diversi tentativi che sono andati a vuoto, insieme con il Vescovo hanno deciso che lui viene ad abitare nella casa dove io abitavo fin'ora. E proprio qui che era tutto il problema: La logistica di trasloco e di rinnovo degli apartamenti. Naturalmente io devevo fare il primo passo. Ho svuotato la mia casa e ho depositato tutti i miei "ciotoli" nella stanza del catechismo. e abbiamo cominciato la ristrutturazione e rinnovo della casa.

Il 30 agosto alle ore 18.00 durante la solenne messa concelebrata dall'Arcivescovo, il Parroco emerito e nuovo Amministratore Parrocchiale, sono entrato nella nuova Parrocchia.

Già sono passati 4 mesi. Comincio a conoscere la Parrocchia e i Parrocchiani. Ma ancora non ho trovato il ritmo giusto del lavoro e per questo anche ho ritardato attualizzazione della mia pagina. Spero che con nuovo anno 2015 riusciro a fare gli aggiornamenti più spesso.

Come è questa Parrocchia? questo scriverò fra un anno :)

(31 dicembre 2014)