Domeniche di Quaresima
Anno Liturgico C - 2019

Indice:

I Domenica di Quaresima
II Domenica di Quaresima
III Domenica di Quaresima
IV Domenica di Quaresima
V Domenica di Quaresima
Domenica delle Palme

Mercoledì della Ceneri
Anno C

(Mt 6,1-6.16-18)

«Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto»

            Cominciamo la Quaresima.
Questo è il tempo, nella vita dell’uomo, che deve servire per un approfondito incontro con Dio. Non serve nient’altro.
Non dobbiamo in questo tempo dimostrare che sappiamo digiunare. Non dobbiamo mortificare il nostro corpo. Non dobbiamo essere più pii che negli altri tempi.
In questo tempo dobbiamo entrare profondamente nell’incontro con Dio. A questo serve la chiamata di Gesù di chiudersi nella nostra camera.
Qui non si tratta della nostra abitazione, della nostra casa, della nostra camera dove dormiamo o lavoriamo, dove abitiamo. Qui si tratta del nostro cuore.
Dobbiamo essere più dentro che fuori.
Dobbiamo essere concentrati su questo grande mistero dell’incontro con Dio che avviene dentro di noi e non su quello che succede fuori.

Solo questo ci chiede il Signore per vivere bene la Quaresima e arrivare felici alla Santa Pasqua!

 

 

 

I Domenica di Quaresima
Anno C

(Lc 4,1-13)

«Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo»

«Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane»

La più grande di tutte le tentazioni è la quella che tutto riesca facilmente. Ottenere tutto senza faticare.
Se vuoi mangiare, devi lavorare. Ma ci deve essere la tentazione di rubare.
Se vuoi che la tua vita sia realizzata, allora devi sforzarti tanto. Ma c’è la tentazione di arrivare alla ricchezza, alla popolarità con facilità. Con facilità ottenere la felicità. Questo significa  fuggire dalla realtà e  si potrà realizare la felicità..
Cristo Gesù sapeva che questo è un grave peccato: aspettare le soluzioni facili ai problemi difficili, e per questo non ha cambiato mai le pietre in pane, anche se poteva farlo, perché è Figlio di Dio.
Gesù sa che tutto richiede un grande sforzo, sacrificio, rinuncia, obbedienza al Padre, e lo accetta.

Perché allora noi dovremmo avere tutto facile?

 

II Domenica di Quaresima
Anno C

(Lc 9,28-36)

Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto

“«Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.”

È molto interessante il commento dell’evangelista alle parole di Pietro.
Pietro è uno che desidera fare. È un uomo dell’azione, del lavoro. Non resiste alla tensione della preghiera, della meditazione, della riflessione, dell’adorazione. Lui vede che sul piano spirituale è tutto troppo lento e così prova a rifugiarsi nell’attivismo.
Penso che tanti di noi lo assomigliano.
Succede che Dio ci invita, ci dice: ora è il nostro incontro, ora facciamo un po’ di silenzio, ora viviamo la nostra relazione di intimità.
E noi? Riusciamo a resistere solo un po’ di tempo e poi subito diciamo no, no.
Io ho ancora tanto da fare, devo pulire la casa, devo preparare il pranzo, devo andare a trovare i miei cugini, devo fare, fare, fare. Ho troppo da fare!
Perché? Per che cosa? Dio vuole intimità con te ora, qui! Resisti. Aspetta. Lui viene per incontrarti faccia a faccia.
Verrà il giorno quando Lui ti chiederà di agire e allora dovrai alzarti e fare!

Ora è il tempo di amore e contemplazione!

 

 

III Domenica di Quaresima
Anno C

(Lc 13,1-9)

«Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»

“In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.”

Gli uomini mischiano il loro sangue con il sangue delle offerte sacrificali.
Siamo sanguinari, avidi di sangue. Siamo assassini. Sappiamo uccidere. Ma anche siamo capaci di dare il proprio sangue per diversi ideali, buoni o cattivi, eroi o terroristi.
Invece Gesù ha trovato la risposta alle tragedie umane non solo del Suo tempo ma di tutti i tempi. Ha trovato la risposta agli assurdi degli uomini, anche agli omicidi.
Da solo ha dato il proprio Sangue.
Ha mescolato il proprio Sangue con il sangue di ogni uomo che muore sulla terra.
Ha mescolato il proprio Sangue con il sangue dell’offerta di ognuno che soffre, di ognuno che perde la vita.
Gesù offre il Suo Sangue, lo mescola con il nostro perché vuole che il Suo Padre nel nostro sangue ritrovi almeno una goccia del Sangue di Cristo e in riguardo a questo Sangue ci dia la salvezza.
Ecco la risposta alle tragedie di questo mondo: Dare la propria vita per salvarci.

Salvarci con la più grande Offerta!

 

 

IV Domenica di Quaresima
Anno C

(Lc 15,1-3.11-32)

«Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita»

“Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”.
Con queste parole il figlio prodigo si rivolge a suo padre. Ma se volessimo pronunciare queste parole con il vero significato, con le intenzioni del figlio, suonerebbero così:
“Padre, non riesco più ad aspettare la tua morte. Speravo che questo si fosse avverato presto ed aspettavo pazientemente. Ma non muori e io sono stufo di vivere insieme con te. Allora mettiamoci d’accordo che tu sei morto per me ed io per te e che le nostre strade si separino finalmente!”
Una visione spaventosa. Parole tremende. Parole che dovevano far tanto male al padre che lo amava. Nello stesso tempo sono parole che dovrebbero svegliare la rabbia, la vendetta, invece non hanno fatto niente di simile, anzi hanno richiamato solo la bontà, l’amore, la tenerezza del padre: di Dio Padre!:
“Figlio, io ti ho dato la libertà fin dall’inizio della tua vita e non te la toglierò mai! Io ti ho dato la libertà di amarmi perché io ti amo, io posso darti anche la libertà di rinnegarmi, solo perché tu possa sperimentare che cosa è la vita senza di me. Così che tu possa ricordare come mi ami e che tu possa ritornare!”.
Una storia incredibile questa parabola del figlio prodigo. Quanto male può esserci dentro l’uomo perché si possa dire qualcosa di simile e nello stesso tempo quanta luce ci sta dando Dio perché si possa avere  il coraggio di ritornare!  

 

V Domenica di Quaresima
Anno C

(Gv 8,1-11)

«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei»

"Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?"
Che strana gente! Sanno che cosa dice la legge. Considerano Mosè come la più grande autorità e nonostante ciò domandano a Gesù.
Vogliono sapere qualcosa di più? O vogliono prendere Gesù in fallo, nell’infrangere la Legge? O forse Gesù è diventato per loro qualcuno più importante di Mosè? Oppure questa legge è diventata irrealizzabile e vorrebbero avere qualche giustificazione per non applicarla, di non osservare questo precetto?
Così o così, Gesù risponde nel modo più bello. Risponde con amore, con la misericordia e con la tenerezza di fronte alla donna minacciata con la lapidazione.
E noi come rispondiamo vedendo i nostri fratelli in difficoltà?  

 

Domenica delle Palme
Anno C

(Lc 22,14-23,56)

La passione del Signore

«Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione».
In questa Domenica delle Palme riceviamo da Gesù le parole straordinarie: “Ho tanto desiderato”! Solo una volta in tutto il Vangelo Gesù esprime il suo desiderio, solo una volta in tutto il Vangelo Gesù dice: “Ho tanto desiderato”! Questo desiderio riguarda la Pasqua e l’Eucaristia. Il più grande desiderio di Dio è rimanere con noi nell’Eucaristia.
Come è straordinario questo, l’unica volta che Gesù dice “desidero tanto” è la cosa che anche noi desideriamo fortemente. Dio così vicino a noi, come mai prima. Dio così vicino che entra nel nostro corpo, nel nostro cuore, nel nostro sangue. Possiamo dire che si è integrato con noi nelle nostre cellule. Dio che costruisce la nostra vita, Dio che costituisce il nostro corpo. L’Eucaristia che è la realizzazione, la prova del più grande amore. Dio che dice: “Ho desiderato tanto”!
E io che cosa devo fare? Che cosa deve fare l’umanità di questo “desiderio di Dio”? Deve inginocchiarsi.
Stiamo oggi accanto a Gesù che soffre la passione. Domenica delle Palme. Siamo convinti che in questa passione si compie la vita di ognuno di noi. Speriamo che si compia anche nell’esperienza dell’Eucaristia.

 

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