Natale del Signore
Cristo nascendo da Maria è entrato nel mondo degli uomini. Lui, Creatore e Signore dell’universo si è fatto Uomo.
Che cosa significa questo? Leggendo attentamente il Vangelo, dobbiamo acquistare la coscienza che la terra non è la nostra casa finale, che grazie a Gesù, nasciamo all’altra vita e guadagniamo un'altra casa, un’altra patria, che si chiama eternità. E questo succede non con la legge del regalo ma con la nuova nascita. Ciò significa che dobbiamo sempre di più entrare nelle realtà di Dio e dobbiamo sempre di più vivere questa realtà. Questo non è facile. I nostri occhi del corpo non sempre riescono a vedere la nostra destinazione finale. Qui c’è bisogno della fede: che il Padre Celeste sostenga i nostri sforzi, perché possiamo diventare davvero figli di Dio.
Se riusciamo a vedere questa verità e leggerla nella festa d’oggi, allora la ricchezza del Natale sempre conterrà il senso dell’esistenza umana e la sua sorte.
- Che cos’è per me il Natale?
- Ricordo che il Natale è l’inizio della mia salvezza?
- Sono convinto, cosciente, che io devo salvarmi, che devo nascere a nuova vita?
Il tempo è sempre lo stesso. L’uomo lo misura con gli anni, i mesi, le settimane, le ore, i minuti, i secondi. ma questo non ha nessuna influenza sull’entità del tempo. Secondo la volontà di Dio questo è sempre lo stesso, solo l’uomo è condotto fuori dal suo limite e introdotto nel nuovo, altro mondo. Il mondo nel quale la misura del tempo perde ogni importanza.
Nel prologo del Vangelo di San Giovanni ci è stato spiegato che il Verbo di Dio è diventato Uomo e ha preso dimora sulla terra per trentatre anni, proprio per questo che ogni uomo possa diventare figlio di Dio, cioè uscire fuori dalla misura umana del tempo. Solo allora gli anni e i secoli che passano non ci spaventeranno.
Quando voltiamo l’ultima pagina della nostra agenda, per la testa girano i pensieri molto seri sul trascorrere della vita, sulla fortuna e sulla disgrazia umana, su quello che era buono o cattivo.. Sappiamo anche ringraziare Dio per il bene che abbiamo ricevuto e chiedere il perdono per i peccati che abbiamo commesso. E questo è bello e degno dell’uomo che crede. Penso, però, che sarà bene, se in queste ultime ore dell’anno, del millennio che passa, diciamo a Dio che prenda nelle Sue mani questi giorni passati, così come erano, senza nessuna maschera o abbellimento. Questo che era buono, che rimanga nelle mani di Dio, perché ogni bene viene da Dio e il suo valore non perisce mai. Invece tutto quello che non era tanto bello, che distrugga, perché non rimanga neanche un segno, perché nel futuro non testimoni contro di noi e non disturbi di accogliere la forza da Dio che ci permetterà di uscire fuori dal tempo e ottenere la salvezza.
- Come ho vissuto l’anno che sta finendo?
- Che cosa era buono e che cosa di male?
- Ho saputo ringraziare Dio per la vita e per la fede?
Gv 1,1-18
"...il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi"
Sicuramente nelle nostre orecchie risuona il lamento di San Giovanni Evangelista, che nel Prologo del suo Vangelo ha scritto che al principio era il Verbo che era Dio, che per mezzo di Lui tutto è stato fatto e senza di Lui non è fatto niente. Che in Lui era la vita che era la luce per gli uomini. Il Verbo – cioè Cristo, è venuto nel mondo con tutta la ricchezza della vita, dell’amore e del perdono, ma una parte degli uomini non ha notato questo fatto e non L’ha accolto. La mia domanda è questa: per caso io non sono uno di questi che non L’hanno accolto, o L’hanno accettato con alcune condizioni?
Che cosa significa accogliere Cristo? Significa crederGli e vivere secondo il Suo insegnamento non negando niente, anche se non sempre si riesce a seguirLo fedelmente. La negazione di Cristo o mettere in dubbio la Sua dottrina non sono un problema di Dio ma dell'uomo; ciò illustra più chiaramente la persona di Giuda, che non ha accettato Gesù così com’era ma così come lui lo voleva. Questo è finito con il tradimento, con la disperazione e il suicidio.
Che cosa ha dato Cristo a tutti quelli che L’hanno accolto? Ha dato a loro la forza, cioè, ha fatto sì che sono diventati figli di Dio. In questo momento ogni uomo che pensa si domanda: ma questo non è troppo? Essere figlio di Dio significa essere sotto la Sua particolare protezione, questo significa partecipare alla Sua libertà, infinità, santità; questo dà la possibilità di vivere nella Sua vicinanza. Questo succede soprattutto nel momento della santa Comunione. E' la possibilità di attingere nelle sue forze per superare le difficoltà della vita quotidiana. Sì, questo è tanto. Dio ci ha dato tanto di più di quello che potevamo pensare. Allora che cosa dobbiamo fare? Nient’altro che accogliere il Verbo che si è fatto Carne e permetterGli di abitare e agire in noi.
- Io davvero accetto Cristo e la Sua dottrina?
- Non la tratto come un’ideologia?
- Sono cosciente che accettare l’insegnamento di Gesù significa viverlo?
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