Natale del Signore

(La messa della notte)

Una volta un vecchio uomo con le gambe malate e con la vista debole mi raccontava perché ogni anno a mezzanotte andava alla Santa Messa di Natale. Perché? – ho domandato. Vado – mi ha risposto – per ricompensare per quella sera di Betlemme, quando davanti a Maria che stava per partorire, si aprivano e si chiudevano le porte, e sulle facce della gente al posto di un sorriso e simpatia c’era solo l’indifferenza. Nel cuore di Maria si mescolavano allora la gioia e la tristezza, così come nella notte di Natale si mescolano la luce e il buio. Quel vecchio uomo si sentiva in colpa per gli uomini di allora, che vedendo la Donna incinta non hanno voluto accettarla nella casa loro.

Oggi è tutto diverso. Adesso sappiamo che Maria non ha necessità di un angoletto nella nostra casa ma proprio noi che cerchiamo il posto nella Sua casa. Lei non bussa alle nostre porte, proprio noi che bussiamo alla Sua. Come spesso il nostro cuore non ha una casa. Come spesso ci sentiamo rifiutati come Lei in quella irrepetibile notte quando doveva nascere Gesù. Cerchiamo una casa dove potremmo trovare il rifugio per il nostro spirito vagante e senza tetto. È vero che abbiamo le case, spesso molto comode e belle, ma dentro di esse c' è un vuoto e il nostro spirito si sente forestiero. E forse per questo siamo venuti a questa Santa Messa, perché insieme con gli altri possiamo dire a Maria come ci dispiace per tutto quello che successe in quella notte di dicembre. Penso che anche vogliamo dire a Maria che la gioia che ci ha portato e la quale nella Sua vita era sempre mescolata con l’amarezza, per noi è una cosa grandissima. È la luce, l’allegria e la ricchezza del nostro cuore che così spesso è imbrogliato dal mondo di oggi. Vogliamo ringraziare Maria per la Luce che ci ha portato. L’uomo ha paura non solo delle tenebre fisiche ma soprattutto di quelle del pensiero, della coscienza e del cuore, nelle quali si nasconde l’inganno e l’errore. Abbiamo paura di disperazione e di perdersi nelle tenebre di questo mondo.

Per questo corriamo in quella notte meravigliosa alla “LUCE” della quale le tenebre non l’hanno accolta. La Luce “quella che illumina ogni uomo”. Andiamo ad essa e speriamo che sarà più forte di tutte le potenze del male che nascono nelle tenebre.

A tutti coloro che sono venuti alla Santa Messa nel nome della tradizione e del romanticismo della notte di Natale prego di cambiare le proprie intenzioni. La nostra presenza qui suggerita dalla fede dica a tutti perché siamo qui nel pieno della notte. Forse allora sentiranno la verità sull’incarnazione e sulla luce che illumina ogni uomo.

Le piccole e colorate gioie lasciamo ai bambini e noi prendiamo nel cuore questa gioia grande che era nel cuore di Maria. Questa potrebbe essere necessaria sulle difficili vie della nostra vita quotidiana.

Messa del Giorno

Ogni Natale è per il cristiano un’occasione per ricordarsi gli avvenimenti di Betlemme per rinnovare ed approfondire nella sua luce la propria fede. E anche noi, celebrando la liturgia odierna, non facciamo nient’altro che leggere con grande commozione il Vangelo dell’infanzia di Gesù. Non lo facciamo solo per la commozione perché di queste la vita quotidiana ci porta tantissime. I creatori di emozioni di oggi ci promettono anche la liberazione da “questa leggenda” dicendo: perché devi legarti al passato quando il presente è così ricco, affascinante e attrattivo? Non ci domandano, però, se ci sentiamo bene in questo presente così ricco. Ci sentiamo liberi? Possiamo usufruire di tutti i diritti che ci spettano?

Nei nostri ritorni a Betlemme si tratta di qualcosa di diverso. Vogliamo ricordare l’insegnamento e le promesse che ci ha lasciato Gesù. Vogliamo prendere coscienza di come ci ha legato a se, come il nostro destino dipende da Lui e come profondamente è entrato nella vostra vita.

Grazie a Lui la nostra patria si è allargata oltre i confini. La nostra vita è uscita oltre ciò che si può contenere tra la nascita e la morte. Con la nascita di Gesù Dio è entrato direttamente nella storia della famiglia umana. Nello stesso tempo si è compiuta la promozione umana. Dio si è fatto uomo e l’uomo nel modo straordinario può partecipare nella natura di Dio stesso.

La cosa più importante, però è, che Cristo è rimasto con noi nell’Eucaristia ed è diventato accessibile a tutti. Si può venire non solo a trovarLo ma si può anche portarLo con sé e insieme fare la strada che dal presente conduce al futuro, all’eternità. E proprio queste sono le ragioni che ci spingono a ritornare agli inizi, cioè al Vangelo dell’infanzia di Gesù.

Fine anno 1999

Passano le ore, i giorni, gli anni e i secoli. Passa tutta la vita. Passa irrevocabilmente. Passano anche diverse cose di questo mondo: la salute, l’importanza, il successo, l’amicizia. Passa tutto. Non si può fermare niente. Non si può fermare neanche la vita e anche quella una volta finirà. E quando finirà non si può correggerla. Questa è la legge del passare. Nel momento della morte, come ci dice san Paolo, finirà anche la fede e la speranza. Rimarrà solamente l’amore che non finirà mai. Dietro l’uomo andrà anche tutto il bene che ha fatto e soprattutto le opere fatte a favore degli altri.

Stanotte, quando scatta il duemila, l’orologio del tempo conterà un altro anno della nostra vita. In questa occasione siamo costretti a pensare a come abbiamo sfruttato il tempo che ci è stato donato. Abbiamo potuto usufruire del bene o del male? Oggi facciamo il bilancio del nostro operato. Fermiamoci un momento su di esso. Tanti di noi con l’umiltà dovranno ammettere che si poteva fare di più e di meglio. E forse ci sono alcuni che con grande spavento scopriranno che hanno le mani vuote. Per loro sarà un esperienza molto amara. Ma, … finché viviamo, ancora non è tutto perso. Possiamo cominciare di nuovo e recuperare il tempo perduto. Ma prima di cominciare il nostro lavoro diciamo al Signore il nostro «scusa». Ci scusiamo per il male che è successo per colpa nostra, per la mancanza della fede e dell’amore, per tutte le nostre omissioni e peccati. Consegniamo tutto il nostro passato nelle mani misericordiose di Dio e preghiamoLo di gettare nel «dimenticatoio» i nostri peccati e ogni male. E dopo?

Preghiamo Dio perché prenda nelle sue mani la nostra vita, che ci è ancora rimasta, tutte le cose nostre e dei nostri fratelli, e ci aiuti nella conquista della Verità, del Bene e della Bellezza che è Lui solo.

In quell’ora che passa diciamo anche a Dio che prenda nelle sue mani la nostra Comunità, il nostro paese, tutto il mondo. Che ci insegni a rispettare ogni persona senza guardare il colore della pelle, lo status sociale, la religione. Che diventiamo “un solo popolo” che dà lode a Dio. Che preservi i bambini e i giovani dai mali di questo mondo. Che gli anziani, i malati e i più deboli riescano sempre a trovare un appoggio, aiuto nei cuori e nelle mani dei giovani.

O Signore Dio, nelle ultime ore di quest’anno, Ti chiediamo umilmente, benedici noi, le nostre famiglie, la nostra Parrocchia, il nostro paese, tutto il mondo. Fa’ che tutti, anche quelli che hanno sbagliato, ritornino nella Tua casa.

Primo giorno dell'anno 2000

 

Domandiamo, con quale messaggio ci manda la Chiesa nel nuovo anno 2000? Questo messaggio è contenuto nelle letture liturgiche prescritte per il giorno di oggi il 1 gennaio. Ci ricorda che grazie a Cristo abbiamo ricevuto il titolo di figli di Dio e possiamo rivolgerci a Dio con il magnifico nome – PADRE. Poi ci ordina di entrare nel nuovo anno con il nome di Gesù sulla bocca. Proprio in questo giorno hanno dato questo nome al Figlio di Dio. Dobbiamo andare sotto la protezione di Maria e come Lei serbare nel nostro cuore e meditare le verità e i misteri di Dio. E non solo custodirle ma proclamarle come hanno fatto i pastori che hanno trovato il Bambino nella mangiatoia. Ma questo ancora non è tutto. Dobbiamo andare nel nuovo anno con la benedizione di Dio che è contenuto nella prima lettura. Eccolo: «Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio».>

E ancora dice il Signore Dio: «Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda la pace».

Guardiamo bene che cosa riceviamo in questa benedizione: la grazia di Dio, la promessa della pace, il volto radioso di Dio rivolto a noi. Penso che non sbaglio dicendo che tutto il resto dipende da noi. Non rattristiamo questo volto con il nostro atteggiamento indegno sulla soglia del nuovo anno.

Quali sono i miei piani del lavoro spirituale per quest’anno?

II domenica di Natale

Gv 1,1-18

"...il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi"

Sicuramente nelle nostre orecchie ancora risuona il lamento di Giovanni Evangelista che nel Prologo al suo Vangelo ha scritto che all’inizio era il Verbo che era Dio, che tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. Che in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E proprio qui comincia il dramma. Il Verbo – cioè Cristo è venuto al mondo, agli uomini, con tutta la ricchezza della vita, dell’amore e del perdono, ma una parte degli uomini ha trascurato questo fatto e non Lo hanno accolto. La mia domanda è questa: per caso non sono uno di quelli che non L’hanno accolto o hanno accolto con le riserve?

Che cosa significa accogliere Gesù? Questo significa credere in Lui e vivere secondo il Suo insegnamento non contestando niente, anche se non sempre si riesce a rispettare tutto. Il rifiuto di Cristo e la contestazione della Sua dottrina, questo non è un problema di Dio ma dell’uomo. Chiaramente lo illustra la persona di Giuda, che non ha accolto Gesù così com’era ma con il suo pensiero, con la sua maniera, con la furbizia. E tutto è finito con il tradimento, con la disperazione, con il suicidio.

Che cosa Dio ha offerto a quelli che hanno accolto Cristo? Ha dato loro la forza, ha fatto sì che sono diventati figli di Dio. E in quel momento ogni uomo che pensa si domanda: questo non è troppo, o mio Signore? Perché essere figlio di Dio significa essere sotto la Sua particolare protezione, questo significa la partecipazione nella Sua libertà, l’infinità, la santità. Questo è la possibilità di essere con Lui in una immaginabile vicinanza. E tutto questo succede quando lo riceviamo nella Santa Eucaristia. Questo è la possibilità di attingere nella Sua forza per superare le difficoltà della vita. Sì, questo è tanto! Ma Dio ci ha dato ancora tanto di più, che non riusciamo neanche a immaginare. Allora che cosa dobbiamo fare? Nient’altro che accogliere il Verbo che si è fatto carne e permettere di abitare ed agire in noi.

Epifania

"Dov'è il re dei Giudei che è nato?"

Quando si avvicinava il tempo della nascita di Gesù, nel mondo di allora c’era una certa ansia spirituale. Gli uomini aspettavano qualche avvenimento che doveva cambiare il mondo. Le tracce di quest’ansia le possiamo ritrovare nella letteratura di quei tempi.

Per gli evangelici Magi un avvenimento straordinario era la comparsa dell’inattesa stella. E in un certo giorno dovevano riconoscere che per loro era una chiamata, un segno, per cominciare a cercare qualcosa di importante per la loro vita. E sono partiti. Dio ha premiato la loro fatica; hanno trovato Cristo e Gli hanno offerto i doni, dopo felici sono tornati alla propria patria.

Sicuramente ognuno di noi avrà nella propria vita qualche segno, l’ispirazione, la chiamata interiore per cercare qualcosa di importante. Di smettere di commettere il male, di cominciare a trattare seriamente la propria umanità e cristianità. Purtroppo, noi spesso - al contrario dei Magi –immersi nelle cose futili non andiamo dietro a queste chiamate. E forse per questo siamo così tristi, poco umani e ancora meno cristiani.

La solennità odierna dell’Epifania, nella quale Cristo si manifesta a tutto il mondo, ci ricorda che Lui per noi cristiani è un segno e una chiamata per cercare quello che per l’uomo è davvero importante. Forse qualcuno dirà che oggi le cose più importanti sono il pane e la casa. Questo è vero. Questo minimo è necessario perché l’uomo possa svilupparsi e vivere. Ma neanche per un momento si può scordare che l’uomo non vive solo di pane. Si tratta di questo che nelle diverse difficoltà della vita, il nostro pensiero deve essere rivolto a Quello che dà il senso a tutto e che di se stesso ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” – l’inizio e fine di tutto.

Battesimo di Gesù

"Tu sei il Figlio mio prediletto,
in te mi sono compiaciuto"

Nel Vangelo di oggi dobbiamo notare tre avvenimenti. Il primo – la presentazione di Gesù come quello che battezzerà con lo Spirito Santo. Il secondo – la chiarissima rivelazione di Dio nella Santissima Trinità. Quando Gesù usciva dall’acqua “si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto»”. E sopra di Lui si vide un segno dello Spirito Santo – la colomba. Abbiamo allora tre Persone: la voce del Padre, il segno dello Spirito Santo e Cristo stesso che riceve il battesimo.

Ma forse ci interessa di più un'altra domanda: perché Gesù ha voluto battezzarsi? Sappiamo che da Giovanni Battista venivano i peccatori chiedendo la purificazione. Perché allora Cristo, Dio-Uomo libero da ogni peccato è stato battezzato? Purtroppo, Gesù non era libero dai peccati. Bisogna ricordare che Lui ha preso su di sé i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi. In questa situazione Gesù è diventato il più grande peccatore, ma non per causa dei propri peccati ma dei nostri.

Non so, se riusciamo pienamente a comprendere questo fatto e che cosa significava per Gesù? Sentirsi colpevole di tutte le guerre, di tutti i delitti, anche di quelli di cui noi siamo testimoni? E forse proprio per questo nei Vangeli non è scritto da nessuna parte che Cristo rideva durante la Sua vita.

Abbiamo su che cosa pensare oggi. Cristo anche per colpa mia è stato considerato il più grande peccatore. Lui ha preso su di sé anche i miei peccati.

 

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