Domeniche di Pasqua
Anno Liturgico A - 2020

Indice:

Domenica di Pasqua
II Domenica di Pasqua
III Domenica di Pasqua
IV Domenica di Pasqua
V Domenica di Pasqua
VI Domenica di Pasqua

Domenica di Pasqua
Anno A

(Gv 20,1-9)

 

 

II Domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia)
Anno A

(Gv 20,19-31)

«Mio Signore e mio Dio!»

«Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tante volte nella mia vita incontro le persone che dicono: non ho bisogno della Chiesa per il contatto con Dio. Non ho bisogno dei sacerdoti per confessarmi. Mi confesso personalmente e direttamente a Dio. Lui conosce i miei peccati e mi perdona.
Purtroppo questo atteggiamento è in chiaro contrasto con il Vangelo. Oggi Gesù ci dice chiaramente come dobbiamo confessarci. La facoltà di rimettere i peccati, Gesù Risorto lo ha dato agli Apostoli e ai loro successori, ha detto agli Apostoli che gli uomini si devono confessarsi davanti a loro, e se  loro rimetteranno i peccati, quelli saranno perdonati!
Questa espressione di Gesù è il fondamento del Sacramento della penitenza e della riconciliazione. Questa espressione ci dimostra che alcune cose le dobbiamo fare così come Dio ha previsto e non come noi le vogliamo fare.
Nelle cose della fede Dio stabilisce le regole. Non noi ma Dio decide in che modo ci perdonerà!
Noi possiamo fare finta che stabiliamo le regole della relazione con Dio, ma è solo una finzione e non la verità.
Dio ha diritto di decidere.
Dio ha scelto il modo per perdonare i peccati.
Vuoi discutere con Dio riguardo ai modi di agire?
Vuoi dire a Lui che non aveva ragione?
Vuoi dire a Lui che il tuo modo è migliore?
La confessione è la cosa più bella che l’uomo può sperimentare, perché questo è l’incontro con Dio vivo, vero, misericordioso, che perdona.

Questo brano del Vangelo che oggi abbiamo ascoltato è la carta più luminosa: il racconto della MISERICORDIA!!!

 

III Domenica di Pasqua
Anno A

(Lc 24,13-35)

Lo riconobbero nello spezzare il pane

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro

Ci siamo abituati al pensiero che Gesù, Dio, si mette a tavola con l’uomo, questo è il più grande paradosso, impossibile da immaginare, completamente diverso dalla nostra esperienza quotidiana.
Una cosa impensabile:
Dio si mette a tavola con l’uomo.
Dio che spezza il pane per l’uomo.
Dio che con grande pazienza parla con l’uomo e lo nutre come un amico.
Dio che schiarisce le tenebre della mente.
Se si volesse dire che Dio è risuscitato, che è salito al cielo, che si è incarnato, tutto questo è normale per un aspetto divino ma non umano. Tutto questo può essere accettato come la verità della religione, della fede.
Ma Dio che sta seduto alla nostra tavola? No, questo supera ogni immaginazione!
Ma noi abbiamo un Dio così! Un Dio che supera ogni tipo di immaginazione.

Rispetto a quello che possiamo immaginare, il nostro Dio, è ancora tanto di più!

 

 

IV Domenica di Pasqua
Anno A

(Gv 10,1-10)

«Io sono la porta delle pecore»

«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante»

           

Gesù nella parabola di oggi parla dei pastori e delle pecore. È un tema molto importante nella nostra vita, avere il Buon Pastore.
Però dalla nostra prospettiva ugualmente importante è la situazione delle pecore che sono nel recinto ma tante volte sono così stupide che provano a fuggire dal proprio branco. Provano a scavalcare il recinto o la porta solo per l’idea di uscire fuori. Dico che sono stupide perché le pecore sono sicure solamente con il gregge. Sono sicure quando hanno un buon pastore.
Quando sono da sole, quando fuggono dal suo pastore, allora con grande probabilità incontrano anche i lupi. I lupi feroci.
Nel mondo di oggi stare con il gregge, nel branco, non è proprio di moda. Ognuno vuole essere individualista, camminare sulla propria strada, avere i propri sogni, i propri piani di felicità, i propri modi di vivere.
Invece la vita nel gregge di Dio non toglie individualismo, non toglie la possibilità di realizzare i propri sogni, i propri piani, sviluppare i propri talenti e le proprie possibilità.
Ma nello stesso tempo fa che sei qualcuno e di Qualcuno. Sei del Buon Pastore. E questo dà il senso della sicurezza, dell’amore. Proprio per questo vale la pena sacrificare il proprio individualismo!

 

 

V Domenica di Pasqua
Anno A

(Gv 14,1-12)

«Io sono la via, la verità e la vita»

“Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?»”

Quando si parte per un viaggio e si vuole arrivare a destinazione, allora ci sono solamente due modi:
primo: avere una mappa dettagliata che non ci farà sbagliare la strada;
secondo, penso il migliore, è avere a disposizione una guida che conosce tutte le strade e i sentieri e ci fa prendere quella più sicura e più tranquilla.
Tommaso facendo la domanda a Gesù, sbaglia nel suo ragionamento. Lui pensa che la via al cielo passi attraverso qualche percorso spirituale che possiamo conoscere prima di partire. Ma questo non è vero!
      La strada al cielo passa attraverso sentieri sui quali ci può condurre solo una GUIDA – Gesù. E solo seguire, calcare le Sue orme, anzi, tenere stretta la Sua mano, che ci può condurre a destinazione: alla casa del Padre, al cielo!

 

 

VI Domenica di Pasqua
Anno A

(Gv 14,15-21)

«Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito»

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti»

Questa frase di Gesù a prima vista è un po’ strana e sembra che Lui ha messo una condizione: riconosco che mi amate, solo se osserverete i miei comandamenti. Con l’osservanza dei comandamenti darete prova di amarmi!
Invece questa frase, per dire la verità, ha un senso completamente diverso e inverso. Gesù ci dice: Chi mi ama, quello ha la possibilità di osservare i miei comandamenti. Non riuscirà ad osservarli un servo, uno schiavo o uno che è costretto. Non riuscirà ad osservare i miei comandamenti chi vorrà farlo solo per paura.
I miei comandamenti potranno essere osservati solo da coloro che lo faranno per amore, solo chi mi ama!
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti»
Questo è completamente il senso diverso della frase di Gesù e penso che questo è il vero senso della questione.
      Sì Signore, io Ti amo, Ti amo tanto e Ti prego di darmi la forza per osservare i Tuoi comandamenti!!!

 

 

 

Ascensione del Signore
Anno A

(Mt 28, 16-20)

 

“Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono”

Tutti si prostrarono davanti a Lui! Quelli che hanno creduto e anche quelli che dubitavano.
      Quelli che dubitavano Lo hanno adorato nonostante i loro dubbi. E questa situazione si potrebbe giudicare come ipocrisia, la doppiezza d’animo. Si potrebbe pensare male di quel uomini che dubitano e nonostante ciò si prostrano.
      Ma per dire la verità quelli che dubitavano, volevano tanto credere e per questo si sono prostrati davanti a Lui. Volevano credere così tanto che sul livello della loro decisione hanno detto: non posso non prostrarmi davanti a Quello che è Dio! Decido di adorarLo anche se dentro di me, sul livello delle mie emozioni, ancora non c’è la fede.
      E forse questo è per noi l’insegnamento più importante: la fede è la DECISIONE e non l’emozione o il sentimento. Anche se il nostro cuore qualche volta si ribella alla nostra fede, è importante sempre adorare Gesù, prostrarsi davanti a Lui. Qualche volta anche contro le nostre emozioni o sentimenti.

      Signore Gesù, io credo in Te e a Te!

Pentecoste
Anno A

(Gv 20, 19-23)

 

“Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!»

La solennità della Pentecoste, Solennità della discesa dello Spirito Santo, noi guardiamo Gesù Cristo che si è messo in mezzo a noi. E nella Sua persona non vediamo solo il Figlio di Dio, ma nel Suo volto vediamo Dio stesso e nel Suo amore verso il Padre vediamo lo Spirito Santo.
        Una volta ho visto la chiesa, dedicata alla Santa Croce, molto interessante sotto aspetto architettonico. La chiesa gotica sulla pianta circolare e nel centro una possente colonna di pietra che reggeva tutto il soffitto e il tetto.
        Quando leggo su Gesù che “stette in mezzo” mi viene in mente questa bellissima colonna che reggeva tutta la struttura del tempio. Noi di solito conosciamo le chiese che hanno le colonne laterali e la navata centrale sembra di cadere perché non ha nessun sostegno (anche il Duomo di Pisa!). Sembra chiedere qualche sostegno per reggere la struttura e la comunità.
        Quando si guarda Gesù del Vangelo di oggi, si vede che non si può metterLo in qualche cappellina laterale della propria vita. Gesù non può stare a margine. Gesù deve essere nel centro, “in mezzo”!
        O sta nel centro della mia vita e sorregge tutto come una colonna, oppure non esiste affatto. Fare una cappellina laterale a Dio nella propria vita, un posto dove andare una volta ogni tanto, per un momento, la mattina o la sera, oppure solo la domenica è quasi quasi una bestemmia contro Dio.
        Dio viene oggi da noi come lo SPIRITO. Lo Spirito è quello che comprende tutto. Lo Spirito Santo abbraccia tutto. Lo Spirito Santo è nei confini del cosmo e anche nel centro dell’anima di ognuno di noi.
        Allora non permettiamo che sia messo a margine della nostra vita. Amiamo lo Spirito Santo perché Lui è la gioia, l’amore, la pace, la sapienza, la bontà, l’amicizia, la grazia, la bellezza.

        Lo Spirito Santo è il cuore della mia anima!

 

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