Domeniche di Pasqua
Anno Liturgico A
Domenica
di Risurrezione
II Domenica di Pasqua
III Domenica di Pasqua
IV Domenica di Pasqua
V Domenica di Pasqua
VI Domenica di Pasqua
Domenica di Ascensione
Domenica di Pentecoste
Gv 20, 1-9
Ci sono tanti nel mondo di oggi che cercano le prove della Risurrezione di Cristo per convincere se stessi e gli altri. Basta invece domandarci: come sarebbe il mondo se Cristo non fosse risuscitato?
Se oggi, dopo venti secoli di cristianesimo
e dell'annuncio del Vangelo, la vita qui sulla terra è così difficile,
se in tanti posti del mondo ci sono i conflitti e guerre, allora come sarebbe
la vita degli uomini se nessuno proclamasse il Vangelo? Se gli uomini smettessero
di credere in Dio? Se non rispettassero i comandamenti? Se al posto del comandamento
d'amore e del perdono applicassero la legge della vendetta? Se smettessero di
pregare, confessarsi? Se mancassero gli uomini come il Santo Padre, i religiosi
e i missionari che si prendono cura dei malati, moribondi e abbandonati?Se mancassero
tanti meravigliosi cristiani che vivono tra di noi e manifestano il bene e l'amore
agli altri? Vorremmo vivere in un mondo così? Ma così sarebbe
il mondo se Cristo non fosse risuscitato!
Perciò oggi dobbiamo gioire con tutto il cuore ! Perché Cristo
è veramente risuscitato! La morte non poteva sconfiggere Quello che è
la Vita. È risuscitato, perché così ha promesso ai Suoi
discepoli. È risuscitato per portarci la Redenzione. È risuscitato
e vive e regna con Dio Padre e lo Spirito Santo perché anche noi possiamo
risuscitare e vivere con Dio nella felicità eterna.
Con la Sua Risurrezione il Signore porta a tutto il mondo la speranza della
vita migliore qui sulla terra e l'eternità nel cielo. Il mondo che soffre
ha necessità di questa gioiosa notizia. Ha necessità dei testimoni
della Risurrezione. Ha necessità di me e di te!
Annunciamo allora che Cristo è risorto. Annunciamo che l'amore è
più forte dell'odio, la vita più della morte! Annunciamo che come
Gesù è risorto, risusciteremo anche noi. Viviamo nella grande
gioia e con tutto il cuore annunciamo a tutti la gioiosa notizia:
"Cristo Gesù è risuscitato! Alleluia!"
Gv 20, 19-31
"Mio Signore e mio Dio!"
Le parole del Vangelo di oggi danno un senso a tutte le situazioni
nelle quali il Signore si è manifestato dopo la risurrezione. Contengono
un chiaro messaggio indirizzato ai discepoli. Grazie alla forza dello Spirito
Santo che i discepoli hanno ricevuto dal Risorto, potevano proclamare la Buona
Novella a tutto il mondo.
La missione di Cristo è la missione divina, perché
proviene dalla volontà del Padre. Per questo Gesù dice: "Come
il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".
Però i discepoli, prima di attualizzare il comandamento di Gesù,
devono essere fortificati. Gesù stesso vuole convincerli dell'autenticità
della propria persona, della veracità della risurrezione. In questo convincimento
sta la meta del successo. Un discepolo che dubita mai avrà la forza di
convincere gli altri e la sua missione non avrà successo. Per questo Gesù
vuole manifestarsi anche a Tommaso.
Gli si rivolge con poche ma forti : "Guarda le mie mani!"
Non si tratta solo di vedere le ferite sulle mani lasciate dopo la passione ma
di riconoscere autenticità della Persona. I discepoli devono essere convinti
che non incontrano il fantasma ma la Persona che realmente vive!
"Guarda le mie mani
e non essere più incredulo, ma credente"
- dice Gesù a Tommaso e a noi tutti.
E il "Tommaso incredulo" risponde così: "Adesso credo",
e conferma la sua fede con le parole che non permettono i dubbi: "Mio Signore
e mio Dio!".
E qui troviamo bellissime parole rivolte proprio a noi, parole piene di speranza:
"Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
Questa esperienza di fede nella quale noi partecipiamo deve sempre svilupparsi.
Anche se in alcuni momenti della vita domandiamo o mettiamo in dubbio la nostra
fede, non possiamo mai perdere il fondamento di essa, perché è la
grazia e il dono di Dio.
Il dono bisogna accettarlo con gioia.
Il dono bisogna accettarlo per poter vivere.
Dobbiamo essere orgogliosi e gioiosi che possiamo essere credenti.
Ringraziamo Dio che ci ha mandato il proprio Figlio per darci il dono della fede.
Ripetiamo insieme con Tommaso: "Mio Signore e mio Dio" ogni volta che
partecipiamo alla Santa Messa e riceviamo il Corpo di Gesù nella Santa
Comunione. Cristo stesso ci dà la forza della fede e della perseveranza
che è necessaria per rimanere fedeli a Lui per tutta la vita.
Lc 24, 13-35
"... l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane."
Quando ci tocca qualche sofferenza o disgrazia, quasi sempre ci
domandiamo: Perché Dio ha permesso questo? Perché proprio a me?
Che senso ha la vita?
Spesso il modo di agire di Dio è molto difficile da comprendere e da accettare.
Proprio di questo parla il Vangelo di oggi. Racconta la faccenda di due discepoli
che non capiscono e non vogliono accettare il piano di Dio. Con la fretta e la
paura fuggivano da Gerusalemme verso un villaggio Emmaus, e lungo la strada conversavano
ricordando gli avvenimenti degli ultimi giorni. Dell'arresto di Gesù, dell'ingiusto
processo, della Passione e la morte sulla croce. Il Vangelo parla chiaramente,
che erano tristi e scoraggiati. Loro hanno immaginato diversamente l'operato del
Maestro: "Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele!". Secondo
il loro pensiero umano tutto doveva svolgersi in modo diverso. L'arresto di Gesù,
il processo ingiusto e la morte sulla croce, per loro era una sepoltura di tutte
le speranze, una sconfitta totale.
Invece tutto quello che per noi è una sconfitta - per Dio può essere
la più grande vittoria. Dio ha dimostrato che in questo mondo si può
perdere tutto, ma quando si fa con l'amore e nell'obbedienza a Dio - si può
vincere.
Per capire e accettare questo difficile per noi modo di agire di Dio, ci vuole
la fede. Proviamo a notare che Gesù rimprovera la mancanza di fede ai due
discepoli: "Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua
gloria?".
Anche a noi Gesù potrebbe oggi rivolgere le parole simili: "Come sono
pigri i vostri cuori nel credere". Anche a noi è necessaria la fede
non solo per capire le opere della salvezza ma per accettare le prove della nostra
vita. E che cosa è la fede? La fede è la fiducia in Dio fino alla
fine. La fede, questa è la rinuncia del proprio modo di pensare, della
propria personale filosofia e accettare senza "ma" la filosofia e il
pensiero di Dio.
Perché alcuni contemporanei abbandonano Dio e la Chiesa? Semplicemente,
gli manca la fede! E perché gli manca la fede diventano superbi. Secondo
il loro modo di pensare, sono più sapienti di Dio. Loro sanno meglio quale
dovrebbe essere l'ordine del mondo. Loro vorrebbero dettare a Dio che cosa deve
fare. E gli uomini così quasi sempre sono malcontenti di tutto. Criticano
gli altri e da soli non fanno niente di buono. Per loro la Santa Messa, i Sacramenti,
le funzioni liturgiche, sono le cose degli altri tempi, sono una noiosa realtà.
Comportandosi così, da soli si privano della più importante fonte
della grazia - l'Eucaristia. "Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola
dei profeti!" - potrebbe dire oggi Gesù a tanti dei nostri fratelli
e sorelle, che solo dalla tradizione si chiamano cristiani!
Questo che noi siamo oggi qui, è un segno che crediamo e abbiamo fiducia
in Gesù. Fra poco ci siederemo alla Mensa eucaristica, dove Cristo stesso
ci ciberà del proprio Corpo.
PreghiamoLo con le parole del canto:
Resta con noi, Signore, la sera:
resta con noi e avremo la pace.
Resta con noi, non ci lasciar,
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
Per le vie del mondo Signor!
Gv 10, 1-10
"Io sono la porta delle pecore"
L'immagine del pastore che si prende cura del proprio gregge era
molto conosciuta nell'Antico Testamento. Dio, tramite i profeti diverse volte
si paragonava al Pastore e il popolo eletto al gregge. Nel libro del profeta Ezechiele
troviamo le seguenti parole: "Perché dice il Signore: Ecco, io stesso
cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in
rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state
disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò
da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare
Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella
smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò
cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia".
Nel Vangelo di oggi il Signore Gesù chiama se stesso Buon Pastore che conosce
le sue pecore per nome, le conduce, le difende, le pascola e offre la propria
vita per esse. Si paragona alla porta, dalla quale entrano le pecore all'ovile.
Dice: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo;
entrerà e uscirà e troverà pascolo".
Abbiamo scoperto nella nostra vita la verità di queste parole? Abbiamo
scoperto come buono e amato è Dio per noi? Abbiamo scoperto come buono
per noi è Cristo Buon Pastore? Lui non solo ci pascola e si prende cura
di noi, ma ci conosce per nome. Lui ama tutti quanti! E se qualcuno di noi, una
delle sue pecorelle, si smarrisce nel deserto del male e del peccato, allora Cristo
Buon Pastore lascia le altre pecore e va in cerca e in aiuto. Quando la trova,
la prende con amore sulle spalle e la porta di nuovo nell'ovile.
Così è Cristo Buon Pastore, ma ci sono anche i pastori cattivi e
falsi. E Gesù ci avverte: "Chi non entra nel recinto delle pecore
per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante...
Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le pecore
non li hanno ascoltati
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e
distruggere".
Anche oggi non mancano i falsi e i cattivi pastori che sono i ladri e i briganti.
Sono quelli che dicono che si può trovare la vera vita e la felicità
fuori del ovile di Cristo. Sono quelli che ingannano con le false promesse. Sono
quelli che attraverso i mezzi di comunicazione propagano il falso, edonistico
ideale della vita. Sono quelli che per un momento di piacere, della vita lussuosa
sono pronti a tutto.
Vale la pena oggi, nella domenica del Buon Pastore, domandarci: Chi è il
mio Pastore? La voce di chi ascolto? Chi seguo? Cristo Buon Pastore o un falso?
Il nostro amore e la nostra gratitudine a Cristo Buon Pastore, che è presente
con noi nella Santa Messa, esprimiamo con le parole del Salmo di oggi:
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi dànno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
Gv 14, 1-12
"Chi ha visto me ha visto il Padre"
Gli uomini sempre volevano conoscere Dio. Sempre volevano saper
di più su Dio. Anche gli Apostoli volevano sapere chi e come è
Dio. Per questo nel Vangelo di oggi Filippo prega Gesù: "Signore,
mostraci il Padre e ci basta". Gesù gli ha risposto: "Da tanto
tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto? Chi ha visto me ha visto il Padre.
Come puoi dire: mostraci il Padre?"
In queste parole Gesù professa la Sua unità e uguaglianza con
Dio Padre. Professa che è il Figlio di Dio. In un altro brano del vangelo
di Giovanni Gesù dice "Io e il Padre siamo una cosa sola".
E ancora è scritto: "In verità, in verità vi dico:
prima che Abramo fosse, IO SONO".
Nella risposta che ha ricevuto Filippo: "Chi ha visto me ha visto il Padre"
Gesù ci dà un indicazione. In altre parole ci dice: "Se volete
conoscere Chi è Dio e come è Dio, guardate Me!". Il modo
migliore per conoscere Dio è osservare Gesù Cristo Figlio di Dio.
Osservare le Sue opere e ascoltare le Sue parole.
Gesù soprattutto amava! GuardiamoLo e ricordiamo come sfamava la gente,
come consolava e guariva gli ammalati. È morto sulla croce per amore
di tutti noi. Nel Vangelo di Giovanni ha detto: "Dio è Amore".
Guardiamo Gesù e ricordiamo come ha calmato la burrasca sul lago, come
ha sanato gli uomini dalle diverse malattie, come ha moltiplicato i pani e ha
sfamato moltitudini di gente. In questo modo ha dimostrato l'onnipotenza di
Dio.
Ricordiamo come Gesù leggeva nei pensieri degli uomini, conosceva il
loro passato e il loro futuro. Ha annunciato tanti avvenimenti che si sono puntualmente
avverati: la rinnegazione di Pietro, il tradimento di Giuda, la Sua passione,
morte e risurrezione. In questo modo ha dimostrato che Dio sa tutto.
Ricordiamo come Gesù perdonava: Maria Maddalena, il paralitico, come
ha pregato sulla croce per i propri aguzzini: "Padre, perdonali, perché
non sanno quello che fanno!". In questo modo ha dimostrato che Dio è
misericordioso e perdona.
Meditando sulla vita e sull'insegnamento di Gesù possiamo dedurre ancora
di più. Dio per noi è pane quando siamo affamati. È l'acqua
quando siamo assettati. Per gli orfani è padre, madre, fratello e sorella.
Per gli ammalati e sofferenti Dio è il medico che mai perde la pazienza
e la speranza. Dio è la nostra guida, il nostro capo, il nostro maestro.
Nei momenti difficili Dio è la nostra consolazione e il miglior amico
su quale sempre possiamo contare.
Ringraziamo oggi Gesù perché ci ha mostrato il vero volto di Dio
e preghiamoLo con le parole di una preghiera:
Voce di Cristo - chiamaci quando siamo lontani da Te!
Occhi di Cristo - guardateci quando ci manca il coraggio.
Mani di Cristo - ungeteci quando ci sentiamo deboli e oppressi.
Braccia di Cristo - sollevateci quando inciampiamo e cadiamo.
Cuore di Cristo - aiutaci ad amare gli altri come Tu ci hai amato.
Gv 14, 15-21
"Se mi amate, osserverete i miei comandamenti"
Nel Vangelo di oggi Gesù ci ricorda che l'amore di Dio
consiste soprattutto nell'osservanza dei suoi comandamenti: "Se mi amate,
osserverete i miei comandamenti
Chi accoglie i miei comandamenti e li
osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio".
Queste parole sono ancora più importanti nel mondo di oggi, dove spesso
si sentono le critiche del Vangelo e dei comandamenti di Dio. Queste critiche
più di una volta sono fatte nel nome della falsa libertà. Tante
volte si sentono le parole che questi comandamenti erano buoni per i selvaggi
che attraversavano il deserto del Sinai, ma non per noi che viviamo nel XXI
secolo. Anche i credenti, cristiani - cattolici, più di una volta scelgono
alcuni comandamenti, negando gli altri. Scelgono quelli che gli fanno comodo:
non uccidere, non rubare. Dicono: "Si, qui Dio aveva ragione!". Ma
quando si tratta del sesto comandamento, o il comandamento dell'amore anche
dei nemici, allora qui Dio ha sbagliato.
Allora vale la pena di domandarci: per questo che gli uomini non rispettano
i comandamenti, li ignorano, deridono, il mondo e la vita sulla terra sono diventati
migliori? Che cosa testimoniano le guerre, i campi di sterminio del ventesimo
secolo? Che cosa testimoniano le armi micidiali? Che cosa testimoniano i fatti
che negli stati dove si calpestano i comandamenti di Dio, non si può
uscire tranquilli di casa.Che cosa testimoniano i numeri sempre più grandi
dei giovani che usano la droga? Penso che non si vede il miglioramento della
vita ignorando e calpestando i comandamenti. Anzi, la vita già qui sulla
terra comincia ad essere infernale.
" Se mi amate, osserverete i miei comandamenti". Proviamo a vedere
i comandamenti di Dio nella luce giusta, nella luce dell'amore. I comandamenti
ci dicono che cosa desidera Dio da noi. Ci dicono che cosa è più
importante e migliore per il nostro bene personale e quello degli altri. Osservando
i comandamenti di Dio non solo cresciamo ma anche ci difendiamo dal male e mostriamo
l'obbedienza e l'amore per Dio.
Tutto quello che facciamo nella nostra vita dovrebbe avere la fonte nell'amore.
Veniamo alla Santa messa perché vogliamo piacerci a Dio e vogliamo adorarLo.
Ci accostiamo alla Santa Comunione perché vogliamo essere obbedienti
al comando di Gesù: "Prendete e mangiate, questo è il mio
Corpo". Preghiamo, perché a Dio piace quando parliamo con Lui. Rispettiamo
la nostra salute e vita, perché Dio ci ha creati per la felicità.
E così si potrebbero elencare tutti i comandamenti. Facendo tutto quello
che piace a Dio, osservando i suoi comandamenti, dimostriamo amore per Dio e
per i nostri fratelli.
Preghiamo Cristo Gesù che è il nostro Maestro nell'amore di Dio
e del prossimo:
Gesù, insegnaci a pregare!
Aiutaci a non solo leggere ma vivere le Tue Parole.
Aiutaci ad essere obbedienti al Tuo insegnamento.
Aiutaci non solo a credere nel Vangelo ma a viverlo ogni giorno.
VI Domenica di Ascensione del Signore
Mt 28, 16-20
"Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"
In un ospedale sta morendo un ragazzo undicenne. Intorno al
suo letto era radunata tutta la sua famiglia.Ad un certo momento tra il ragazzo
e suo padre - non credente - comincia il dialogo: "non ti preoccupare,
figlio mio, dice il padre-volendo consolare il figlio. Vedrai che, tutto finirà
bene. Di nuovo andrai a scuola, giocherai a pallone con gli amici".
"Babbo - risponde il ragazzo - io so bene che morirò. E io non voglio
più stare qui. Io credo che dopo la morte andrò in cielo dove
vedrò Gesù, è questo mi dà tanta gioia".
Queste parole hanno sconvolto il padre incredulo. Ha domandato con le lacrime
agli occhi: "figliolo, ma sei sicuro che Gesù sarà là?"
"Naturalmente - rispose il ragazzo - perché vedrò Gesù
e il cielo".
Come questo coraggioso ragazzo così anche noi crediamo in questa gioiosa
verità, la quale festeggiamo oggi - L'ascensione del Signore. Cristo
Gesù è salito al cielo e là aspetta ognuno di noi. L'Ascensione
è il momento del più grande trionfo di Gesù. Lui è
salito in cielo non solo come Dio ma anche come uomo. Essendo il Figlio di Dio
ha preso il corpo umano per salvare in esso l'umanità. Come Dio-Uomo
è stato appeso sulla croce ed è stato umiliato. Ma Dio con la
Risurrezione e l'Ascensione lo ha esaltato. Come Dio-Uomo si è seduto
alla destra del Padre. Nella seconda lettura di oggi leggiamo le parole: "Dio
lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al
di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominanza è
di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche
in quello futuro". Gesù si è meritato quest'esaltazione,
perché come dice San Paolo: "umiliò se stesso facendosi obbediente
fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha
dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome ".
Nella sua esaltazione anche noi abbiamo una parte. Questo ha detto Gesù
stesso: "quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".
Abbiamo allora il motivo della grande gioia. Come Cristo è resuscitato,
risusciteremo anche noi li. Come lui è salito al cielo anche noi lì
lo raggiungeremo.
Grazie all'Ascensione di Gesù e alle sue molteplici promesse, la nostra
vita umana ha acquistato il grande valore e il senso. Nella luce dell'Ascensione
anche la sofferenza e la morte umana hanno un senso e valore. Conoscendo le
parole di Gesù e credendole non possiamo dire come dicono i non credenti.
"Non so perché e per chi vivo!; non so perché devo soffrire
qui sulla terra!; non so cosa sarà dopo la morte!". Noi credenti
sappiamo tutto! Nel momento nel quale Gesù, Figlio di Dio, è venuto
nel mondo, ha proclamato la Buona Novella, è morto sulla croce per la
nostra salvezza, è risorto e salito al cielo, tutto per noi è
diventato chiaro. Lui ci ha spiegato perché e per chi viviamo. Ci ha
indicato la meta della nostra vita - il cielo, la vita con Dio in eterno.
Per i non credenti la morte è la fine di tutto, per i credenti invece
è l'inizio della vita migliore. Per i non credenti la morte è
l'occasione della disperazione e delle lacrime, per i credenti invece l'occasione
di esprimere la profonda gioia e speranza che sull'altra sponda ci aspetta il
cielo.
Gioiamo allora oggi contemplando l'Ascensione di Gesù. Ricordiamo che
la Sua vittoria è anche la nostra. La visione di Gesù che sale
al cielo ci accompagni per tutta la vita: nei momenti di felicità è
ancora di più nei momenti di tristezza e difficoltà. Nei momenti
della nostra malattia e della sofferenza, quando ci sentiamo umiliati e sconfitti,
quando cerchiamo la giustizia. Che questa gioia sempre riempia i nostri cuori.
Come Cristo è resuscitato - risusciteremo anche noi. Come Cristo è
salito al cielo - grazie a Lui anche noi ci saremo!
Gv 20, 19-23
"Ricevete lo Spirito Santo"
Vieni, o Spirito Santo!
Oggi festeggiamo la Terza Persona della Santissima Trinità - lo Spirito
Santo. Non sempre riusciamo a comprendere il Suo mistero, il Suo agire, la Sua
potenza. Più di una volta Lui è chiamato il "grande sconosciuto".
Con l'aiuto delle letture odierne proviamo a riscoprire la Sua Persona.
Il Suo grande e meraviglioso agire si vede perfettamente sull'esempio degli
Apostoli. Prima di Pentecoste erano semplici, timorosi uomini. Basta ricordare
il loro comportamento. Anche se per tre anni erano con Gesù, hanno ascoltato
le Sue parole, erano testimoni dei Suoi miracoli, nell'ora della prova hanno
deluso. Giuda ha tradito, Pietro ha rinnegato, gli altri nel momento dell'arresto
sono fuggiti. Anche dopo l'Ascensione di Gesù si sono barricati nel cenacolo
e avevano paura di uscire fuori.
Solo la discesa dello Spirito Santo ha trasformato i loro cuori. In un solo
momento dai timorosi diventano i coraggiosi testimoni. Lasciano dietro di loro
ogni paura ed escono sulle strade di Gerusalemme e apertamente proclamano la
Buona Novella di Gesù. Vanno in tutto il mondo e lo conquistano per Cristo.
Non hanno più paura delle belle persecuzioni, né delle prigioni
e neanche della morte. Tutti, eccetto San Giovanni, muoiono come martiri. Tutto
ciò è opera dello Spirito Santo, che in modo miracoloso ha trasformato
i loro cuori.
Lo stesso Spirito Santo veglia e conduce la Chiesa da 2000 anni della storia.
Lo stesso Spirito Santo fa', che si compiono le parole di Gesù sulla
Chiesa: "e le porte degli inferi non prevarranno su di essa".
Durante il primo pellegrinaggio in Polonia nel 1979, il Papa ha pregato nel
giorno di Pentecoste a Varsavia: "scenda il Tuo Spirito è rinnova
la faccia della terra, di questa terra". Ed è stato il miracolo
- non solo è finito il regime comunista - ateo in Polonia ma in tutta
l'Europa. Questo è l' agire dello Spirito Santo.
Anche noi abbiamo vissuto il nostro giorno di Pentecoste quando abbiamo ricevuto
il sacramento della Cresima. Ma siamo fedeli allo Spirito Santo? Vogliamo essere
sottomessi ai suoi suggerimenti? Quante volte Lo preghiamo? Quante volte nella
nostra vita l'abbiamo chiamato? Gesù ha detto chiaramente che manderà
lo Spirito Santo perché ci aiuti e conduca a Dio.
Come gli Apostoli, così anche noi viviamo diverse difficoltà:
la perdita della salute, la mancanza del lavoro e dei soldi, le tentazioni,
l'abbandono dei nostri cari, qualche tradimento. Come gli Apostoli non sappiamo
che cosa fare in questi momenti. Tante volte ci disperiamo e non abbiamo coraggio
per fare qualche cosa, allora dovremmo ricordarci, che se anche siamo deboli,
con l'aiuto dello Spirito Santo possiamo diventare forti. Lui moltiplicherà
le nostre forze. Basta gridare come ha fatto il Santo Padre in Polonia: Vieni
Spirito Santo e cambia i nostri deboli cuori. Falli forti e fedeli a Te.
Terminiamo la nostra riflessione con la meravigliosa preghiera che abbiamo recitato
insieme prima del Vangelo:
Vieni, spirito santo,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona, virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
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