Natale del Signore

Viviamo una meravigliosa, benedetta notte. La notte nella quale si è compiuto il miracolo d’amore di Dio per gli uomini. La notte nella quale Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse diventare figlio di Dio. Durante questa notte Dio miracolosamente trasforma i cuori umani. Durante questa notte tutti diventano più buoni. Smettono di essere adirati. Reciprocamente perdonano i torti subiti. Tendono le mani nel gesto d’amore. Con grande compassione guardano i poveri e gli abbandonati. Si scambiano bellissimi auguri.

In questa santa notte tutti ci ricordiamo che siamo fratelli. Perché guardando il Bambino Divino deposto nella povera culla non si riesce a stringere i pugni, non si può non tendere la mano nel gesto di riconciliazione e di perdono, non si può non scambiare gli auguri.

In questa benedetta notte il Bambino Gesù visita tutto il mondo. Viene a ogni casa e ad ogni cuore. Troverà la casa da noi, sarà accolto? Purtroppo in tante case e in tanti cuori troverà le porte sbarrate. Così come erano chiuse, in quella Notte, le porte delle case e dei cuori per Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù a Betlemme. C’è il posto per Cristo nei nostri cuori e nella nostra vita? Guai a quella gente che chiude il proprio cuore davanti a Dio. Capiva questo bene il grande poeta polacco, Adam Mickiewicz, quando scriveva: “Credi che Cristo è nato nella mangiatoia di Betlemme, guai se non è nato in te”. “Anche se Cristo nascesse mille volte a Betlemme e non nasce in noi, siamo persi nei secoli”.

Quello che siamo oggi qui, testimonia che abbiamo aperto i nostri cuori e le nostre case davanti a Gesù. Lo crediamo, Lo amiamo, e come i pastori di Betlemme siamo venuti ad adorarLo.. Il Bambino Divino ci guarda con amore e sorride a noi. Non aspetta da noi i grandi, costosi regali. Lui solo vuole trasformare i nostri cuori con amore. Lui vuole che la cordialità, l’amore, la gioia e la pace, regni sempre nei nostri cuori. Lui è venuto per insegnarci come dobbiamo vivere. Come dobbiamo vincere il male – con il bene; l’odio – con l’amore; la menzogna – con la verità; l’indifferenza – con la sollecitudine e la compassione.

“Io non so, o mio Signore, che avevi il trono nella mangiatoia, se la mia povera anima per te è più accogliente e più bella di essa. Abbi pietà di me. Come una volta non hai rifiutato la grotta del bestiame, così oggi non rifiutare l’anima mia!”

Che cosa possiamo regalare a Gesù in questa santa notte? Così, come dicono le parole di una canzone natalizia, regaliamo a Lui noi stessi. Lui non desidera nient’altro. Regaliamo i nostri cuori colmi di buoni propositi, delle buone opere, della fede e dell’amore. Regaliamo a Lui tutto questo! E solo così nei nostri cuori si compierà il miracolo del Natale!

Domenica di Sacra Famiglia

La vita della Sacra Famiglia non era un idillio, così come vediamo spesso nelle immagini, anche se belle. Non era così roseo, come ci sembra. Basta ricordare la lunga e tortuosa strada, la quale Maria e Giuseppe dovevano affrontare da Nazaret a Betlemme. In più perché Maria aspettava la nascita del Figlio. Quando sono arrivati a Betlemme, nessuno

voleva accoglierli nelle loro case. Alla fine hanno trovato una povera stalla abbandonata, dove potevano nascondersi e pernottare. In questa stalla, nell’estrema povertà, Maria doveva far nascere il Salvatore del mondo. E dopo la fuga in Egitto e ricominciare tutto da capo nel paese straniero. Senza conoscere la lingua, senza soldi, senza mezzi per vivere. Dopo un po’ di anni il ritorno a Nazaret – non con la corriera o con l’aereo, ma a piedi. E di nuovo ricominciare da capo. Solo quelli che hanno vissuto o vivono qualcosa di simile, riescono a capire questo, almeno parzialmente.

Allora bisogna ammirare, che con tutti questi problemi, la Sacra Famiglia riusciva a vivere in questa meravigliosa armonia. In ogni altra famiglia gli sposi probabilmente avrebbero le pretese per se stessi per le difficoltà e le sconfitte incontrate, avrebbero provato a scaricare le colpe l’uno sull’altro. Ma non era così nella Sacra Famiglia. Sicuramente era difficile per Maria e Giuseppe capire perché così tanto Dio richiedeva a  loro ma non avevano nessuna pretesa per loro stessi. Avevano sempre reciproco rispetto e fiducia.

Quando riflettiamo più profondamente su questo, perché la sacra Famiglia riusciva a vivere in così meravigliosa armonia e concordia, malgrado le difficoltà – la risposta è una. Vivevano così, perché in questa Famiglia c’era Gesù. E dov’è Gesù – là è l’amore. Dov’è Gesù – la può essere il cielo già qui sulla terra.

Oggi non è tanto facile vivere nella famiglia. Non è facile educare i figli. Nei nostri tempi la vita familiare incontra diverse difficoltà e problemi. Le cause di questo stato sono diverse. Tra le altre: la perdita dello spirito di sacrificio, l’alcol, la droga, il divorzio, la fedeltà matrimoniale derisa dai mass media, la mancanza della preghiera famigliare, e tante altre.

La Chiesa è cosciente di tutte queste difficoltà della vita famigliare, piccole e grandi. Per questo nella prima domenica dopo Natale ci mostra un esempio da seguire. Ci mostra la Sacra Famiglia di Nazaret: Gesù, Maria e Giuseppe.

In che cosa dobbiamo seguire la Sacra Famiglia? Soprattutto la vita delle nostre famiglie trascorrerà nella concordia e armonia se nelle famiglie ci sarà Gesù. Sembra che tanti genitori hanno dimenticato questo. Gli sposi non rispettano la propria fede, non pregano, non curano la vita religiosa propria e dei figli. E poi si meravigliano che i loro cuori si raffreddano, che manca l’amore reciproco. Dobbiamo ricordare che dov’è Cristo, là è amore. Se Gesù sarà nelle nostre famiglie, là sarà il vero amore.

E dal vero amore nasce lo spirito del reciproco rispetto, comprensione, perdono, sacrificio, pazienza, fiducia. In modo meraviglioso parla di questo San Paolo nella seconda lettura di oggi: “Come eletti di Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione”.

 

Nuovo Anno – 2002

Perché lodiamo e amiamo la Madre santissima? La lodiamo e amiamo perché ha portato sulla terra il più grande tesoro – ha fatto nascere l' Unigenito Figlio di Dio, Gesù Cristo.

Non ci meravigliamo allora che sulla soglia del Nuovo Anno – non Cristo che è l’Alfa e l’Omega, principio e fine di tutto – ma Sua madre è il tema principale delle letture liturgiche. Nei suoi piani Dio ha stabilito che non solo la nostra vita temporanea, ma anche quella eterna avesse un carattere materno. Per questo dai secoli ha scelto Maria come la Madre del Suo Figlio. Maria era necessaria perché Gesù diventasse uno di noi. Perché potesse avere la natura umana. Senza di Lei Cristo non nascerebbe e non avrebbe la somiglianza umana, il corpo e il sangue. Maria Era necessaria  a Gesù per cantare la ninna nanna, per asciugare le sue lacrime. Perché Gesù potesse pronunciare la più bella parola sulla terra: “Mamma”.

Maria si è messa totalmente a disposizione di Dio, cominciando dall’Annunciazione fino alla croce del Calvario. Ha accompagnato Gesù dalla Sua nascita fino alla morte per la nostra salvezza. Questa era la Sua vocazione e questo è il Suo compito fino ad oggi.

Dio ha voluto che Maria non fosse solo la madre del Suo Figlio ma anche la Madre nostra. Gesù Le ha dato questo magnifico titolo della Madre di tutti gli uomini morendo sulla croce: “«Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». Da quel momento abbiamo la madre che continuamente intercede per noi presso Dio. Così, come ha detto il vescovo Bossuet: “Lei è Madre di Dio, allora tutto può ottenere. Lei è madre nostra, allora tutto può chiedere per noi!”

Oggi la Chiesa e la nostra fede si trovano in grande pericolo. L’ateismo minaccia Gli uomini, il rifiuto di Dio, il non rispettare i suoi comandamenti, il matrimonio vive  momenti difficili come  la famiglie che si sfasciano per causa di tanti abusi. Per questo chiediamo aiuto alla Madre di Dio, confidando che Lei ascolta tutto e salverà chi a Lei si affida.

Allora ci abbandoniamo alla Sua protezione sulla soglia del Nuovo Anno. Così come era presente nella vita di Gesù così è presente nella nostra vita. Ci guarda con grande amore. Si rattrista delle nostre sconfitte e dai nostri problemi, gioisce delle nostre vittorie e gioie. Era con noi nell’anno che è passato e non tornerà, sarà anche con noi nell’Anno che oggi cominciamo. Rinnoviamo la nostra devozione a Maria. PreghiamoLa  più spesso ricordando che cosa ha fatto e che cosa fa per la Chiesa e per tutti noi singolarmente. LodiamoLa e  amiamoLa con tutto il cuore.

Confidando a Lei noi stessi e tutto ciò che è più caro per noi, preghiamo con le parole di una antica antifona:

            Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
            santa Madre di Dio:
            non disprezzare le suppliche
            di noi che siamo nella prova, 
            e liberaci da ogni pericolo,
            o Vergine gloriosa e benedetta.

Epifania del Signore

Mt 2,1-12

"Dov'è il re dei Giudei che è nato?"

La solennità dell’Epifania si può chiamare la festa dei cercatori di

Dio. Così come i Magi, che cercavano il Re dei re, come camminavano dietro la stella, così anche noi cerchiamo Dio per tutta la nostra vita. Cerchiamo Dio, perché come ha detto Sant’Agostino: “È inquieto il cuore dell’uomo finché non riposa nel Signore!” cerchiamo Dio, perché il nostro cuore sempre ha fame della felicità e l’intelletto della verità. E solo Dio che è santo e perfetto, Dio che è l’amore, può saziare la fame del nostro cuore.

Anche se sempre cerchiamo Dio, però ci è tanto difficile di trovarLo. In questa ricerca ci disturba la nostra natura contaminata con il peccato originale. Ci disturbano le nostre debolezze e i peccati. Ci disturbano gli idoli di oggi: l’idolo del progresso e della scienza che spinge all’esagerato orgoglio l’umano “io”. L’idolo della libertà, nel nome della quale si infrangono le leggi, si uccide, si distrugge l’ordine prestabilito – e così la libertà diventa libero arbitrio. L’idolo dell’egoismo – si guarda tutto non con l’angolo della verità obiettiva ma secondo il proprio pensiero.

Se vogliamo trovare Dio oggi, dobbiamo cercarLo là, dove Lo cercavano i Magi. Non tra i grandi e i potenti di questo mondo, ma tra i poveri e i deboli. La strada più sicura per trovare Dio nel mondo di oggi è la strada dell’amore e del servizio. Uno dei più grandi cristiani dei nostri tempi, Alberto Schweitzer che ha lasciato la carriera da pianista per studiare la medicina e dopo ha lavorato come medico nelle missioni dell’Africa. Una volta ha detto: “La vera felicità la possono trovare solamente quelli che riescono a servire gli altri”.

Se aiuteremo con l’amore i nostri simili, come hanno fatto Alberto Schweizer, Madre Teresa da Kalcuta, allora troveremo Dio in loro. Troveremo Gesù che è nato non tra i re e i principi, non tra i sapienti e gli scienziati, ma tra i poveri e i disprezzati in questo mondo.

Ringraziando oggi Gesù, che è con noi e ci guarda con amore, per la Sua manifestazione al mondo, preghiamoLo:

Cristo, apri i nostri occhi per vedere il Tuo Volto nelle facce dei poveri e dei bisognosi. Apri i nostri cuori, perché possiamo saziare te quando hai fame; possiamo vestirTi quando sei nudo, accoglierTi quando sei senza tetto. E quando finirà la nostra vita e ci presenteremo davanti a Te, Tu stenderai le Tue mani verso di noi e ci dirai: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”.

 

Battesimo del Signore

Mt 3, 13-17

"Questi è il figlio mio prediletto"

La solennità del battesimo di Gesù, che viviamo oggi, ci ricorda il più importante momento della nostra vita: il momento del nostro

Battesimo. In quel momento abbiamo ricevuto la dignità dei figli di Dio, dei fratelli di Gesù, siamo diventati il tempio dello Spirito Santo, siamo stati inseriti nella vita di Dio. Nel momento del Battesimo Cristo stesso ci ha inseriti nella Sua morte e risurrezione, ha cancellato il peccato originale e ci ha segnato con un segno indelebile dei figli di Dio. Siamo coscienti di questa grande dignità? L’apprezziamo? Dio si compiace di noi?

Il Vangelo di oggi che descrive il Battesimo di Gesù afferma che Dio era molto contento del Suo amato Figlio. Lo Spirito Santo nella forma di una colomba si è manifestato sopra di Gesù e dal cielo si è udita una voce: «Questi è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Quale dei padri non è orgoglioso e contento del proprio figlio quando questi vive onestamente ed è rispettato, quando occupa un posto apprezzato? Come è orgoglioso e felice il padre di un dottore, di un sacerdote, di un ingegnere, di un bravo operaio o contadino? E questa gioia è ancora più grande quando il figlio ama e rispetta il proprio padre, quando è obbediente a lui.

Proprio un figlio così, obbediente e rispettoso, era Gesù. Allora non ci meravigliamo che il Padre celeste   era tanto contento di Lui. In modo straordinario parla di questo la prima lettura di oggi presa dal profeta Isaia: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino della fiamma smorta».

A ognuno di noi, nel momento del Battesimo, Dio con grande amore ha pronunciato le stesse parole, che ha detto a Cristo. Questi è il mio figlio prediletto! Questa è la mia figlia prediletta!. Ognuno di noi è diventato figlio di Dio ed è stato chiamato per conoscerLo, amarLo e servirLo.

Il battesimo di Gesù ha dato inizio alla Sua missione che è finita con la morte sulla croce per la nostra salvezza. Grazie al Battesimo noi siamo stati inseriti nella missione salvifica di Cristo. Nel mondo vive ancora tanta gente che non conosce e non ama Gesù, ma Lo aspetta. Chi Lo annunzierà a loro? Noi abbiamo ricevuto la fede grazie ai nostri genitori che hanno chiesto il Battesimo per noi. Ma non abbiamo ricevuto questa grazia solamente per noi. Dal Battesimo siamo stati chiamati a condividere la vita di Dio e a proclamare la Buona Novella con la parola e con l’esempio della nostra vita.

Allora vale la pena nella domenica del Battesimo di Gesù ricordare la nostra responsabilità per il nostro Battesimo e per la vita di Dio in noi. Il Battesimo era solo l’inizio – la nostra nascita spirituale. Dopo il Battesimo deve andare la nostra vita modellata secondo il Vangelo e l’approfondimento dei nostri legami con Dio.

Guardando oggi la nostra vita, domandiamoci: Dio è contento di noi? Si “compiace” di noi? Siamo i Suoi figli “prediletti”?

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