Epifania del Signore
(1998)

"Entrati nella casa,
videro il bambino con Maria sua madre,
e prostratosi lo adorarono"

Non sappiamo tanto sui Magi che sono giunti a Betlemme per adorare il Neonato. Dal Vangelo risulta solo questo: che erano uomini sapienti e ricchi.

Magi

Allora che cosa cercavano percorrendo una strada lunga e pericolosa? La risposta ce la forniscono gli stessi Magi: sono venuti per dare un saluto al re degli ebrei che doveva nascere. Ma perché volevano salutare il re di un piccolo popolo che in più si trovava sotto l’occupazione? Eppure negli stati vicini c'erano alcuni sovrani più o meno significativi?

La risposta a queste domande sembra essere contenuta in alcune cose: nell’attesa comune dei contemporanei di un avvenimento straordinario che doveva cambiare la sorte del mondo. Le tracce di quest’attesa possiamo trovarle nella letteratura di quei tempi e anche nel pensiero filosofico. Sicuramente i Magi hanno conosciuto anche tutto ciò che è stato scritto sul Messia nei sacri libri degli Ebrei. Ma anche questo non spiega tutto ciò.

Sicuramente i Magi cercavano qualche valore fondamentale, il senso profondo della vita umana. Erano aperti su tutto ciò che è importante nella vita. Ma anche questo non spiega fino in fondo il motivo della loro ricerca. Penso che la cosa più importante era questa: quegli uomini erano attenti alla voce che viene dall’alto ed erano molto sensibili ai segni – tanto è vero che seguivano la stella, che per loro era un segno.

Ma quale insegnamento viene per noi dall’atteggiamento di quegli uomini?

Per prima cosa, nella vita bisogna cercare quello che davvero è importante e non pentirsi della fatica. Secondo, bisogna ascoltare tutto quello che Dio vuole dirci. E alla fine, bisogna saper leggere i segni del tempo che possono indicare in quale direzione dobbiamo andare.

(1999)

I Magi dovevano superare due dimensioni: quella territoriale e quella interiore. Attraverso la prima li guidava la stella, nella seconda il desiderio della verità. Questa dimensione deve superare il cervello ed il pensiero umano prima di trovare Dio.

Il successo dei Magi non è nel superare le difficoltà legate al viaggio e al ritrovamento della Madre con il Bambino, ma in questo che hanno creduto nelle parole della Madre, e nel Bambino sono riusciti a vedere il mistero di Dio, - benché c'erano tante madri e tanti bambini. Perché proprio quel Bambino?

Queste domande e pensieri fanno sì che nasce lo spazio, la distanza tra l’uomo e il mistero di Dio. L’uomo avendo le sue esperienze, la scienza, la propria visione del mondo, deve lasciare a parte la sua grandezza, competenza e la sua verità. Deve piegare le ginocchia se vuole raggiungere la pienezza della sua umanità e scoprire la verità su se stesso e su Dio.

Nella vita dell’uomo ci sono due stelle. Una indica la direzione per le gambe e la seconda illumina interno e afferma che in un certo momento il sapiente deve abbandonare le sue certezze e chinarsi su un Bambino ed aprire il proprio tesoro.

Per noi proprio questa stella che illumina l’intimo è importante. Quella "luce vera, … che illumina ogni uomo". Nel giorno di oggi la distanza geografica, grazie alle conquiste tecnologiche, è diminuita notevolmente, ma in cambio si è espansa la distanza spirituale. Ci sono crescite pesanti e dolorose esperienze, è diminuita la fiducia nell’uomo. Per questo tutti noi necessitiamo questa stella interiore che ci aiuti a superare lo spazio del nostro orgoglio e ci guidi a Dio.

Le orme dei nostri piedi sulla strada del Betlemme di oggi si vedono in diverse iniziative buone e preziose. Questo è l’oro della nostra vita. Ci sono anche le impronte della nostra attività spirituale. La ricerca della verità, che qualche volta diventa preghiera e l’incenso, un'altra volta l’amarezza della mirra e la sofferenza dell’insicurezza. Così o così, tutti dobbiamo andare a Betlemme. La direzione ed il modo delle ricerche ci hanno indicato i Magi.

 

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