Domeniche di Quaresima

anno B (2015)

Indice:

Mercoledì delle Ceneri
I Domenica di Quaresima
II Domenica di Quaresima
III Domenica di Quaresima
IV Domenica di Quaresima
V Domenica di Quaresima
Domenica delle Palme

I Domenica di Quaresima
Anno B

(Mc 1,12-15)


««Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo»»

Con il Mercoledì delle Ceneri iniziano nella Chiesa 40 giorni di penitenza. Sembra, però, che le parole "pentirsi" o "ascesi" siano scomparse dal vocabolario quotidiano dei credenti. Oggi, anche nelle traduzioni della Bibbia troviamo la parola "conversione", dove in passato si è parlato di "pentimento". Chiaramente quindi si vede il cambiamento del linguaggio. Ma forse si tratta anche di qualcosa di diverso?
La prima chiamata di Gesù, trasmessa dal Vangelo di Marco nelle traduzioni precedenti suonava: "Fate penitenza, e credete al Vangelo". Questa è stata una traduzione letterale della parola latina “Paenitemini”. Senza dubbio, la parola "penitenza" è caricata con le pratiche medievali, spesso mostrando in uno specchio deformante l’autentica pietà cristiana. Può quindi a buon diritto essere sostituita da "conversione". Ma nella “conversione” è radicata l'essenza della penitenza.
Il termine "conversione" è tipico della Bibbia. Si esprime con il termine ebraico che significa il "ritorno". La conversione è il punto di svolta in una certa direzione. A un certo punto della nostra vita ci fermiamo e torniamo indietro - a Dio.
Una valanga di male che è stata provocata dal peccato dei progenitori e conclusa con  il diluvio, ha trovato il suo lieto fine nel patto che Dio ha fatto con i discendenti di Noè e di tutte le creature. L’arcobaleno è diventato un segno dell'alleanza tra Dio e la terra, e il segno croce del patto tra Cristo e l'uomo.

Nel Vangelo di Marco sentiamo oggi la sempre attuale chiamata di Gesù: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete nel Vangelo". E negli Atti degli Apostoli (3,19 - secondo discorso di Pietro), troviamo un appello molto simile: "Pentitevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati". La chiamata alla conversione completa con una chiamata al pentimento. Il senso di questo appello rimane lo stesso: la necessità di un cambiamento di mentalità, la gioia di ritornare a Dio e la fede nella buona novella!
Una grande penitente e mistica dei nostri tempi Marta Robin della quale il processo di beatificazione è in corso, per 50 anni ogni Venerdì viveva la Passione di Cristo. Non mangiava, non beveva, non dormiva, si nutrita solo dell'Eucaristia. Dedicata interamente a Cristo ha accettato nel suo corpo le stimmate. Solo da una grande ascesi come questa può nascere una così bella preghiera: «O Gesù! Che il mio cuore sia il vero altare del tuo amore e lasciare che la mia lingua predichi sempre la Tua Misericordia! Ti prego umilmente, santifica tutte le mie parole, tutte le mie azioni, tutte le mie intenzioni, tutti i miei desideri! Sii Tu un vero tesoro per la mia anima e io la affido a Te!»

II Domenica di Quaresima
Anno B

(Mc 9,2-10)


«Questi è il Figlio mio, l’amato»

Gesù prima di consegnarsi volontariamente alla morte mostra  la Sua gloria sul monte Tabor. Tutto questo lo fa per i propri discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni perché possano vedere e conoscere la verità su di Lui. Durante la preghiera il volto di Gesù «Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime». Gli apostoli Lo videro parlare con Mosè ed Elia, apparso nella gloria e parlavano della sua morte e, ciò che ha dovuto affrontare in Gerusalemme. Mosè, il legislatore, ha visto la legge che sarà scritta nei cuori degli uomini. Elia, il profeta del Signore,  ha visto Dio che, come una piccola voce entrerà nei cuori della gente.
Questo lampo della gloria divina ha dato agli Apostoli un’immensa felicità e per questo Pietro esclamò: “Rabbi, è bello per noi stare qui; Facciamo tre tende ...”. Pietro non era molto cosciente di quello che diceva, si è perso nella valutazione degli eventi. Tuttavia per lui quello che conta non è il posto ma stare insieme con Gesù, vedendolo in qualsiasi circostanza in cui si trova.
«Questo è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!». Gli apostoli erano spaventati! E anche se scendendo dalla montagna portano in sé la luce della Trasfigurazione, davanti a loro si è aperto un lungo viaggio.
Perché in noi, che portiamo il bagliore della trasfigurazione: l'Eucaristia, il potere della Parola, il Perdono – è così poca luce? Perchè questa mediocrità e debolezza? Come possiamo salire sul monte della Croce se perdiamo tante battaglie quotidiane? Le risposte sono molteplici, ma a tanti di noi è sufficiente dire: il mondo di oggi è così!.
Penso però che il problema sia più profondo: manca la FONTE. “Se si vuole trovare la fonte, si deve di andare contro la corrente [...] Ruscello rivela il segreto della tua origine” (san Giovanni Paolo II, Trittico Romano ). Noi abbiamo paura della fatica, fuggiamo da quello che è difficile, rifiutiamo la croce della fedeltà, dell'integrità e del servizio. Ci manca lo stupore gioioso che viene dall'esperienza della magnificenza di Dio, quella che riempiva Adamo. Abbiamo tante paure che non ci permettono di sperimentare il miracolo della trasfigurazione, della trasformazione. Ma per vincere la paura, prima bisogna vincere noi stessi. Abramo ha sperimentato questo quando l'angelo fermò la sua mano armata di coltello per offrire il sacrificio di Isacco.
Chi ascolta costantemente Gesù,  riceve la grazia della trasfigurazione del cuore, che riesce a leggere i segni dei tempi. Riceve luce agli occhi della fede, che permettono di vedere la vera immagine della realtà. Gli occhi, che si nutrono di verità. Il Monte di gloria e di passione, il Tabor e il Calvario sono inseparabili. Gesù mi invita a questo mistero, perché io possa riscoprire il vero volto di Dio.
O Signore, io voglio cercare il tuo volto nella mia vita quotidianità!

III Domenica di Quaresima
Anno B

(Gv 2,13-25)


«Lo zelo per la tua casa mi divorerà»

Una cosa brutta è successa nel tempio di Gerusalemme. I venditori, i commercianti hanno dimenticato dove sono. Probabilmente tutti urlavano invitando i potenziali compratori, tagliavano o aumentavano i prezzi, contavano il denaro. In breve, ci fu un brusio, rumore e disordine. I "Venditori negli atri dei templi", secondo sant’Agostino, che ha commentato la scena del Vangelo di oggi, sono tutti quelli che “cercano nella chiesa le cose proprie e Gesù Cristo”. Non vogliono essere redenti, conquistati ma vogliono solo vendere".
Non c'è da stupirsi della santa rabbia di Gesù, che si sentiva in questo responsabile della casa del Padre. Con il suo atteggiamento Gesù ci ricorda che cosa deve essere il tempio: la casa di Dio, il luogo dove si trova Gesù nel Sacramento dell'Eucaristia. Qui veniamo a lodare Dio, Lo ringraziamo per le grazie ricevute, qui chiediamo nuove grazie e ci scusiamo con lui per aver commesso i peccati.
Proprio dall’ingresso nella chiesa dobbiamo adorare Dio. Purtroppo, però, ci sono persone, per fortuna non molte, che non sanno come comportarsi in chiesa. Strano, però,  che sanno come comportarsi al cinema, al teatro, nelle sale da concerto, al negozio, al bar, a scuola, all'università, in aula, sul campo, per la strada, nel parco, in un albergo o in casa. Che cosa dobbiamo fare perché queste persone possano sapere come comportarsi in chiesa? Sicuramente bisogna ricordare costantemente, non solo a loro ma vale per tutti noi, che il tempio, la chiesa è un luogo sacro, dove vive un Dio Santo. In molte sacrestie si può trovare le scritte: “SILENZIO Dio è vicino”. Ma penso che si potrebbe affiggere tanti altri cartelloni e manifesti che dicono chiaramente: spegnere il telefono cellulare, non masticare gomme, indossare abiti adeguati al luogo. Probabilmente si potrebbe aggiungere anche altro: non lasciare rifiuti, non distruggere i mobili e le pareti, non sporcare, non correre, non chiacchierare, ecc.
Che cosa potrebbe sconvolgere Gesù oggi, se fosse venuto alla nostra chiesa? Che cosa dobbiamo cambiare nel nostro atteggiamento e comportamento? Penso che queste siano le domande da porci e non solo per la domenica odierna ma per tutta la Quaresima e non solo!!!!

IV Domenica di Quaresima
Anno B

(Gv 3,14-21)


«Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui»

La liturgia della quarta Domenica di Quaresima, detta anche la Domenica della gioia, ci ricorda che è necessario rinnovare continuamente lo sguardo su tutto ciò che ci circonda e su noi stessi. La Quaresima che viviamo sulla soglia della primavera, ci invita a riflettere sul modo di guardare. Possiamo  concentrarci sul disgelo primaverile, sulle piogge, sul fango e lamentarsi delle mattine fredde, ma possiamo anche godere i germogli sugli alberi e i primi fiori e ringraziare il Signore Dio per i caldi raggi del sole. Quando guardiamo  noi stessi, possiamo vedere soprattutto le nostre fragilità e i peccati, tanto da crollare sotto il loro peso, ma dobbiamo anche prestare attenzione ai piccoli successi della vita di tutti i giorni e ringraziare Dio per tutto il bene che siamo stati in grado di realizzare. Bisogna imparare a guardare un po’ in avanti e non solo concentrarsi sul momento presente. Il nostro presente deve essere costantemente immerso nel futuro: per vivere bene oggi, devo tenere a mente lo scopo, la meta verso la quale sono diretto.
Gesù nel colloquio notturno con il sapiente Nicodemo spiegava come bisogna leggere i segni che Dio lascia sulla via dell'uomo e quanto dipende dalla corretta lettura di questi segni ogni giorno. Gli ricordava gli avvenimenti del  tempo del vagare nel deserto del popolo eletto, quando Dio ha permesso la piaga dei serpenti velenosi, ma nello stesso tempo ha ordinato a Mosè di mettere una asta alta e mettere su di essa l'immagine di un serpente. Per salvare dalla morte, il morso dal serpente doveva solo guardare con la fede l’immagine del serpente. Questo non era un semplice guardare il serpente di rame, ma l’invito di scorgere con gli occhi della fede la potenza di Dio che si rivela nell’ adempiere il facile comandamento di Dio. Quanti israeliani hanno beneficiato di questo, non lo sappiamo. L'autore biblico dice solo che molti sono morti. Con questo richiamo Gesù ha preparato Nicodemo a leggere il segno più importante: l'esaltazione del Figlio dell'Uomo sul legno della croce. Questo segno è necessario perché ognuno abbia la vita eterna. Supponiamo che Nicodemo abbia capito gli insegnamenti di Gesù, perché dopo lo vedremo sul Golgota, quando partecipa al funerale del Salvatore. Non si è spaventato della croce ma ha capito il suo significato.
Gesù ci dà la luce necessaria per una migliore visione della realtà che ci circonda, ma allo stesso tempo aggiunge con rammarico che l’ uomo spesso "odia la luce, e non viene alla luce, affinché le sue opere" (Gv 3,20). Alcune persone preferiscono rimanere al buio, perché preferiscono il lato del male. Non vogliono la luce, perché hanno paura di vedere un quadro reale della propria vita, della propria personalità. Quante volte ci troviamo nella situazione degli Israeliti nel deserto contaminato con il veleno del male. Abbiamo davanti a noi un grande segno di guarigione, ma ci manca la buona volontà a guardarlo.
La Chiesa ci invita in questa Domenica alla gioia che viene da Dio. Insegna inoltre che dovremmo cercare di guardare in noi stessi la luce della verità di Dio e vedere il segno sacramentale del perdono di Dio, ad accogliere la grazia che Dio vuole darci, perché lui non si stanca mai nella generosità per noi, che è fonte di gioia spirituale.

V Domenica di Quaresima
Anno B

(Gv 12,20-33)

«Signore, vogliamo vedere Gesù»

L’episodio del Vangelo di oggi parla dei greci, i quali un giorno sono venuti dagli apostoli e hanno chiesto la possibilità di conoscere Gesù. Non sono andati subito da Gesù, ma volevano arrivare a conoscerLo per intercessione degli Apostoli.
Quando andiamo in un'altra città o in un altro paese, per un pellegrinaggio o un viaggio, di solito utilizziamo i servizi di una guida, poiché senza la sua conoscenza è impossibile capire la storia di quel paese e le sue bellezze. Quando la guida ha fatto il suo lavoro, alla fine arriviamo alla conclusione che  per conoscere e capire quel paese bisognerebbe trasferirsi e vivere là. Lo stesso vale per la vita spirituale e la conoscenza dei misteri della persona di Gesù Cristo.
La sua Persona è una città enorme, che non è sufficiente visitare anche con l'aiuto di una guida, ma sarebbe meglio abitare in essa. È necessario "vivere" in Dio, "sistemarsi" in Lui e scoprire in Lui i tesori della vita e della saggezza. Non basta conoscerLo solo dall'esterno come una sorta di attrazione o figura "storica" ​​dall'antichità.
Un'altra cosa, è la necessità di una guida! Questa guida nella nostra vita spirituale è ogni sacerdote, nel quale sentiamo una profonda conoscenza di Cristo – quello che “abita” nella preghiera e nella Bibbia. Quale ruolo nella conoscenza di Gesù nella tua vita ha giocato il sacerdote - guida spirituale?
Geremia ha scritto che nei giorni del Messia, Dio sarà molto vicino all'uomo, quasi tangibile, conoscibile, in modo che ognuno potrà trovare la verità su Dio nella sapienza degli uomini. Quando Filippo ha presentato ad Andrea il desiderio dei greci, entrambi sapevano che il mondo intero era di fronte alla possibilità della conoscenza diretta di Dio in Gesù. Gesù è la migliore “guida della casa di Dio" e, allo stesso tempo è Dio!
Ma perché Filippo non è andato direttamente da Gesù, ma chiede prima il parere di Andrea? Forse non voleva decidere da solo se si può ammettere di far conoscere Gesù a delle persone sconosciute con le intenzioni sconosciute. Gesù, per Filippo e Andrea, come anche per il resto degli apostoli, era non solo operatore di miracoli e un predicatore, ma il Figlio di Dio, il solo che poteva spiegare i misteri della vita. Ma anche questi greci, non erano solo turisti che volevano dare un'occhiata alla curiosità di qualche operatore di miracoli. Volevano entrare nelle profondità del mistero della vita di Gesù e forse volevano rimanerci.
Come è la tua conoscenza di Gesù? Ti basta solo sapere che Dio esiste? Credi in Gesù, perché questa è la tradizione del tuo popolo e della famiglia, o perché hai scelto Lui come Signore della tua vita? La conoscenza della persona di Gesù è indissolubilmente legata alla conoscenza di se stesso. Non hai paura che conoscendo la verità su Gesù, conoscerai te stesso?

 

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