Domeniche di Quaresima

anno B (2012)

Indice:

Mercoledì delle Ceneri
I Domenica di Quaresima
II Domenica di Quaresima
III Domenica di Quaresima
IV Domenica di Quaresima
Domenica delle Palme

I Domenica di Quaresima
Anno B

(Mc 1,12-15)


«lo Spirito sospinse Gesù nel deserto
e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana»

Quaresima, il digiuno, le rinunce, la penitenza, non sono lo scopo in se stessi, ma i mezzi che non possono essere tralasciati o dimenticati solo perché viviamo nel XXI secolo e gli atti di questo genere non sono di moda. Lo scopo di questi mezzi è rivolgere la nostra attenzione sulle cose più importanti e più profonde. Il loro scopo è la preparazione, una specie di allenamento, dominare le nostre passioni e la nostra fragile natura. Per questo il tempo di Quaresima non può essere solo un simbolo, il tempo vuoto, grigio, senza importanza nella mia vita. Il carnevale è finito. Di questo i nostri media hanno parlato tanto, ma poco dicono del tempo di Quaresima, che è un tempo di riflessione sul senso della vita, sull’oggi e sul domani. È il tempo nel quale il digiuno, la penitenza, la rinuncia, il silenzio, devono aiutare l’uomo ad essere l’UOMO.
Quando Gesù ha cominciato la penitenza nel deserto, ha fatto questo sicuramente non per un idea o per lo sport. Il suo digiuno di quaranta giorni era la preparazione per la missione che doveva svolgere sulla terra.

E io che missione ho da svolgere? Sono preparato bene a compierla ogni giorno? Non vivo solo per il pane e il piacere? E quando verrà il giorno di fare i conti, non scopro che tutto ho perso perché correvo solo dietro il pane, cioè, dietro tutto quello che non può soddisfare la mia umanità e la mia nostalgia dell’infinito?

II Domenica di Quaresima
Anno B

(Mc 9,2-10)


«Questi è il Figlio mio, l’amato»

Gli Apostoli hanno ricevuto la grazia della luce. Dio ha rinforzato la loro fede con un avvenimento che porteranno nel cuore come la testimonianza, che hanno incontrato Gesù Figlio di Dio. Hanno ricevuto la certezza che seguono la strada giusta e su quella chiameranno gli altri “fino alla fine del mondo”!
Questa personale esperienza religiosa che è diventata un regalo per gli altri, non è solo un ricordo, ma anche una indicazione per gli uomini di buona volontà: trovare il tempo, organizzare la giornata ordinaria, essere attenti all’esperienza della domenica che dovrebbe essere un salire sul Monte della Trasfigurazione… Allora cosa posso fare??? – entrare in chiesa e fermarmi davanti al Santissimo Sacramento, leggere una frase della Bibbia, recitare una particolare preghiera, meditare personalmente una stazione di Via Crucis… proprio un particolare incontro quaresimale nel giorno normale della mia vita.
“Le sue vesti divennero splendenti, bianchissime” -  perché era al cospetto del Padre, allora doveva essere bello, puro, splendente, festoso. Guardiamo come questo è vicino al precetto che ha dato Mosé al popolo quando doveva incontrare Dio sul monte Sinai: “"Va' dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai” (Es 19, 10-11).
Davanti a Dio tutto deve essere bello. Sia nelle parole delle preghiere, sia nei gesti, sia nelle note dei canti, nell’interno della chiesa, e anche nei piccoli particolari, che in se stessi contengono il rispetto e l’adorazione di Dio, e per l’uomo sono come mobilitazione dei pensieri e del cuore!
Il tempo di Quaresima è il tempo di imbiancare tutto quello che è grigio. Questo è il tempo nel quale vediamo tanti valori in un'altra luce e tutto quello che è la via al cielo deve diventare l’oggetto della nostra preoccupazione.

III Domenica di Quaresima
Anno B

(Gv 2,13-25)


«Lo zelo per la tua casa mi divorerà»

«Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Lo zelo per la casa della preghiera, per il segno sacro nella propria casa, per una medaglietta… Lo zelo per quello che è sacro perché rimanga sacro: quello che riguarda Dio, il nome di Gesù e dei santi, la Chiesa, la liturgia, le parole e la musica della preghiera. Quello che riguarda il santo, unico nome di Gesù – Salvatore – Redentore, che verrà a giudicare il mondo, davanti al Quale si piega ogni ginocchio dei santi e degli sconfitti…
Devono rimanere sante le parole: madre, padre, bambino, famiglia, patria, amore… se si toglie ad esse la sostanza che li dà Dio stesso, allora diventeranno come i gusci dei noci dai quali hanno tolto il frutto.
Qualche anno fa tutti, non solo i giornalisti, notavano come il Papa Giovanni Paolo II si inginocchiava ala fonte battesimale, come pronunciava il nome di Dio e dei Santi, come pregava nella cappella o nella tomba dei genitori! Queste erano le testimonianze della sacralità dei posti, delle parole, delle persone… Non sporchiamo quello che è santo neanche nei pensieri, nell’intimità del nostro cuore.
Dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa ha proclamato una importante Istruzione riguardante il culto divino. In modo molto preciso indicava quello che bisogna  fare e quello che bisogna evitare nella celebrazione della santa liturgia. Forse oggi, dopo quarant’anni da questo evento, sarebbe bene per tutti noi, non solo per i sacerdoti, ricordare queste norme, per non perdere quello che è SACRO!

IV Domenica di Quaresima
Anno B

(Gv 3,14-21)


«Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui»

Mi sto soffermando a quell’avvenimento descritto nell’Antico Testamento. Straordinario dono della potenza di Dio che salva il popolo dalla morte. Su un posto visibile da lontano deve essere il segno di Dio, il segno della salvezza.
Cosi rimane nella storia umana la croce di Gesù sul Golgota e dopo in tutti i posti importanti e anche nelle abitazioni, perché gli occhi, i pensieri, la fede, potessero ritornare alla fonte della vita vera e piena, a Dio che vuole distribuire la grazia che aiuta l’uomo nella sua debolezza.
Proprio con questi sentimenti passo accanto delle chiese, delle cappelle, delle edicole lungo le stradine dei paesi, davanti alla croce. Approfondisco la mia fede e la mia speranza, mi sento sempre più vicino a Lui. Anche mi sento meno solo nel deserto delle strade del mondo, perché Lui è sempre vicino a me!
Il tempo di Quaresima è il tempo particolare per guardare la Croce di Gesù.
La chiesa conserva e invoglia la celebrazione della Via Crucis. Invoglia alla riflessione sulla vita che cammina sulle strade della gioia ma anche su quelle delle esperienze della croce. Nelle realtà famigliari, comunitarie, nazionali, della vita privata, sono sempre mescolati luci e ombre, gioie e sofferenze. La Chiesa vuole prepararci a tutte le esperienze della vita – quelle gioiosi e quello meno felici. La sapienza della Croce è un dono che vale più dei consigli umani.
Verrà il tempo della esaltazione della Croce, l’adorazione, la preghiera, che permette a Gesù di aprire la strada della nostra vita.
“Perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”, come abbiamo letto nel Vangelo – perché ognuno abbia il tempo di realizzazione di quello che oggi è solo un mistero, la vita nella Casa del Padre.
Ringraziamo il Signore che possiamo con la fede e la speranza guardare la Croce di Gesù!

Domenica delle Palme
Anno B

(Mc 14,1-15,47)


La passione del Signore

Insieme con la gente presente in chiesa ascolterò la liturgia, penserò sul complotto del Sinedrio, sull’unzione a Betania, sull’Ultima Cena… Come vuole la tradizione porterò un ramoscello che sarà coma palme con la quale salutavano Gesù. Questo sarà il mio ingresso nella storia, nel tempo della Settimana Santa, i giorni della passione e della redenzione.
Questo tempo deve essere per me anche una grande domanda! Come rispondo a questa domanda, che risposta dà la mia vita?
“Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?” – domanda il Maestro nel Vangelo di oggi. Rispondo: nei miei pensieri, nella mia religiosità, nel mio agire. Rispondo: la stanza è nella mia casa, nella mia famiglia, nella vita sacramentale dei miei famigliari. Rispondo: nel mio paese, nella nostra società, nella nostra parrocchia che sempre vuole essere fedele al Vangelo – questo desidero, per questo prego.

Che questa ultima settimana, Settimana Santa, sia veramente la Pasqua di Gesù con noi, con i suoi discepoli.

 

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