Domeniche di Quaresima
Anno Liturgico A

Indice:

I Domenica di Quaresima
II Domenica di Quaresima
III Domenica di Quaresima
IV Domenica di Quaresima
V Domenica di Quaresima
Domenica delle Palme


I Domenica di Quaresima

Mt 4, 1-11

"Non tentare il Signore Dio tuo"

La tragedia del peccato, del male, caduta nel vizio, comincia di solito dalla cosa piccola. Dal suggerimento di satana, come abbiamo sentito nella Prima Lettura di oggi presa dal Libro della genesi. I proto genitori, Adamo e Eva, hanno dato retta al suggerimento di satana e hanno trasgredito il divieto di Dio, sembrerebbe in una piccola cosa. Tutto è cominciato dalla cosa piccola ed è finito con la perdita dell’amicizia di Dio e con la cacciata dal paradiso.

Anche in ogni altra situazione, quando la gente trasgredisce la legge di Dio succede similmente. Si comincia  con la prima sigaretta e si finisce con il vizio che è tanto difficile abbandonare. Si comincia con il primo bicchiere di vino e si può finire con l’alcolismo. Si comincia con il primo spinello, solo per gioco, e si finisce con la tossicodipendenza. Si comincia dalla prima piccola infedeltà matrimoniale e si finisce con il divorzio, con la distruzione del matrimonio e della famiglia.

Perciò non sottovalutiamo nella nostra vita anche il più piccolo male, e soprattutto non sottovalutiamo satana. Tanti, anche credenti, sentendo la parola “satana” – sorridono con l’incredulità. Tanti non credono nella sua esistenza. Paolo VI una volta ha detto: “La più grande conquista del satana è quella, che gli uomini hanno smesso di credere nella sua esistenza”. Invece la verità è questa che lui esiste. Se non esistesse e non fosse pericoloso per noi, il Vangelo non ci avrebbe avvertito. Se satana non esistesse non parlerebbe di lui la Sacra scrittura. San Giovanni nell’Apocalisse descrive la battaglia tra satana e gli angeli, San Pietro invece ci avverte: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare».

Come vediamo, per noi satana è un pericoloso avversario, allora non possiamo ignorarlo. In più, come angelo caduto possiede un' intelligenza che supera il nostro pensiero e la nostra immaginazione.

Gesù, come abbiamo sentito nel Vangelo, non ha dato molto spazio a lui. Non trattava con lui e rifiutava subito le sue tentazioni. Uguale dobbiamo fare anche noi. Ma soprattutto facciamo del tutto per stare sempre vicino a Dio. Satana non può fare nulla all’uomo che sta accanto a Dio. Accostiamoci più spesso ai sacramenti, in modo particolare al Sacramento della Penitenza e all’Eucaristia. Preghiamo spesso e facciamo le opere buone. Se ci sarà Dio nel nostro cuore non dobbiamo aver paura di niente.

Un’occasione stupenda per abbandonare satana e il peccato è il Tempo di Quaresima che abbiamo cominciato. Facciamo tutto il possibile perché questo tempo diventi tempo di grazia, di conversione e di riconciliazione con Dio. Guardiamo di più in questo tempo il Cristo Crocifisso. Riconosciamo e confessiamo i nostri peccati nel Sacramento della Penitenza. Prendiamo a cuore l’insegnamento dell’Apostolo Giacomo: «Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti.Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà».

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II Domenica di Quaresima

Mt 17, 1-9

"Questi è il Figlio mio prediletto"

La Trasfigurazione di Gesù era spesso l’ispirazione di tanti pittori nelle loro opere. Una delle più belle è quella di Raffaello, custodita al Vaticano. I personaggi di questo quadro sono rappresentati su tre livelli. Sopra Cristo tra le nubi, sotto i tre Apostoli – testimoni della Trasfigurazione e in fondo, un gruppo di uomini intorno a un ragazzo malato. Già a prima vista si vede un grande contrasto tra Cristo rappresentato con i colori molto chiari e quel gruppetto di uomini nei colori scuri. Raffaello in questo modo voleva esprimere l’idea che Cristo è il nostro Dio, la nostra speranza e la nostra salvezza.

Quando si guarda bene il quadro si può notare che uno dei discepoli indica il ragazzo malato e l’altro con la mano alzata indica Gesù. Il pittore così voleva esprimere il nostro compito come discepoli di Gesù. L’Apostolo che indica il ragazzo malato ci ricorda la vocazione cristiana. Come seguaci di Cristo dovremmo vedere tra di noi i poveri, i malati, i bisognosi. Dovremmo aiutarli in ogni situazione.

Ancora la cosa più importante rappresenta l’Apostolo che indica Gesù Trasfigurato. Sembra dirci: “Senza aiuto di Cristo i vostri sforzi non servono a niente!” Sempre dobbiamo ricordare che Cristo è la nostra forza e sempre è pronto ad aiutarci. Proprio di questo ci parlano anche le letture liturgiche di oggi, e in modo particolare il Salmo: «L’occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame». E anche il ritornello del salmo: «Donaci, Signore, la tua grazia: in te speriamo». Speriamo non in questo che non siamo capaci di fare. Non nei nostri meriti, ma nella forza e nella misericordia di Dio.

Nel tempo di Quaresima dovremo guardare Cristo che ci illumina con la sua divinità. Ci ha manifestato questo per incoraggiarci, così come ha rincuorato gli Apostoli. Attraverso la Sua trasfigurazione ci dice: “Non perdete l’animo perché non siete abbandonati alle sole vostre forze. Io sempre sono con voi   e sempre potete contare su di me. Anche se sulla terra dovete tribolare, soffrire e portare la vostra croce quotidiana, però con la mia forza tutto questo cambierà nella gloria!”.

Abbiamo pregato qualche volta perché Gesù venga al nostro cuore e cambi tutto quello che necessita cambiamento? Se no, allora facciamo questo oggi. Guardando spiritualmente il volto di Gesù preghiamo:

“Signore Gesù, sana nei nostri cuori quello che è malato. Liberaci dal nostro egoismo. Aiutaci, perché sappiamo chinarci sui nostri fratelli che aspettano il nostro aiuto, perché sappiamo trasformare i cuori degli altri come tu trasformi i nostri. Perché trasfigurati possiamo consolare i cuori oppressi con il balsamo della Tua Parola, con il sorriso, con il perdono e l’amore”.

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III Domenica di Quaresima

Gv 4, 5-42

"Dammi da bere!"

Tutti noi, così come la Samaritana, sentiamo un grande desiderio di ritrovare noi stessi. Basta mettere se stessi al posto della Samaritana e conversare con Cristo. Gesù ha detto alla donna: «Se tu conoscessi chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». «Signore, tu non hai il mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da attingere».

Gesù le spiega, che non parla dell’acqua che soddisfa la sete fisica.. Lui parla dell’acqua spirituale che può soddisfare i desideri dello spirito. Indicando l’acqua nel pozzo Gesù dice: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete». Gesù con queste parole esprime la verità sostanziale sulla natura spirituale dell’uomo. Come il corpo umano necessita di colmare

Ma quali sono i desideri spirituali che noi sentiamo? Le Sacre Scritture dell'Antico testamento spiegano in diversi momenti che questo che sente la gente è il desiderio di Dio. Per esempio il Salmo 143 contiene queste parole: «A te protendo le mie mani, sono davanti a te come terra riarsa». Invece nel Salmo 42 ci sono delle parole ancora più belle: «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Signore.

L' interiore, spirituale desiderio di Dio lo sentiamo tutti ed è lo stesso che sentivano gli uomini dagli inizi dell’esistenza dell’umanità. Sant’Agostino scriveva: «Tu ci hai creati per te

Come è triste e tragico che gli uomini dei nostri tempi provano a soddisfare i desideri del cuore, i desideri di Dio con qualcos’altro. Provano a soddisfarli con le cose e con i beni materiali. Qualcuno ha paragonato queste prove al dissetarsi con l’acqua marina. Più si beve quest’acqua, più si sente la sete. Più l'uomo ha dei beni materiali più

Il poeta tedesco Goethe ha confessato una volta che nel corso di settantacinque anni non ha provato neanche quattro settimane di felicità. Ha detto anche: «In questa corsa dietro i soldi, piaceri e gioia, mi sentivo come un topo che ha ingoiato il veleno. Lui corre da una tana all’altra e divora tutto quello che trova. Beve tutto quello che riesce a trovare ma il veleno lo brucia come il fuoco». Sotto questa confessione di Goethe non si sottoscriverebbero tanti di oggi? Probabilmente

La Samaritana ha trovato “la fonte d’acqua viva”. Ha trovato Cristo, che con Lui può soddisfare i desideri del cuore umano. Anche i nostri cuori sono desiderosi di Dio. Anche per noi Gesù è “fonte d’acqua viva”. Solo Lui e nessun altro riesce a colmare i nostri

Gesù è presente con noi in questa Santa messa. Perciò preghiamoLo con tutto il cuore, perché non inganniamo i nostri cuori cercando i falsi idoli nei beni materiali, nel sesso, nell’alcol, nella droga… SupplichiamoLo perché riempia i nostri cuori con se stesso.

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IV Domenica di Quaresima

Gv 9, 1-41

"Io credo, Signore!"

L'uomo del Vangelo di oggi è stato sanato due volte da Gesù. Ha sperimentato due miracoli. Gesù non solo gli ha ridato la vista degli occhi ma anche la luce dell'anima. Quando Gesù lo ha incontrato di nuovo, dopo il miracolo gli ha domandato: " "Tu credi nel Figlio dell'Uomo?" Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". Gli disse Gesù: "Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui". Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi".

La nostra vita è piena di paradossi. Spesso i più ciechi sono quelli che hanno perso la vista spirituale che quelli che non vedono con gli occhi.
Quelli che non vedono con gli occhi sono infelici perché non riescono ad ammirare la bellezza del mondo che li circonda. Non possono vedere la faccia di quelli che amano. Ma i più infelici sono quelli che hanno perso gli occhi dell'anima. Proprio loro dovrebbero gridare a Cristo come un altro cieco del Vangelo: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù Figlio di Davide, abbi pietà di me, dovrebbe gridare l'uomo che non vede i valori spirituali, i valori dell'anima. Tutto vuole valutare con i soldi e oltre questi non vede nulla. Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me e dammi la vista - dovrebbe invocare l'uomo che si trova nelle trappole dei vizi. Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi e sana gli occhi della nostra anima - dovremmo gridare tutti quando ci opprimono le tentazioni. Quando ci mangiano l'odio e l'orgoglio esagerato. Quando da soli non facciamo niente di buono e solo sappiamo criticare tutti quelli che tentano di fare qualcosa di buono. Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi! Sana gli occhi della nostra anima perché non rimaniamo ciechi spiritualmente!
Cristo che ci ama è presente con noi nell'Eucaristia che stiamo celebrando e può far ritornare la luce non solo ai nostri occhi ma, se questo è necessario, anche alla nostra anima. Può liberarci dalla cecità dei nostri peccati e dei nostri vizi e così darci la vita eterna.
Preghiamolo ancora una volta: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi!"

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V Domenica di Quaresima

Gv 11, 1-45

"Io sono la risurrezione e la vita"

"Io sono la risurrezione e la vita"
Il Vangelo di oggi è molto importante per tre motivi: soprattutto ci presenta l'umanità di Gesù. Similmente, come facciamo tutti noi, Gesù sentendo che il suo amico Lazzaro era morto si è rattristato. Descrivendo la reazione di Gesù a questa triste notizia l'Evangelista parla brevemente: "Gesù scoppiò in pianto".

Questa è una delle frasi più brevi di tutta la Sacra Scrittura ma per noi è molto preziosa perché ci ricorda che Gesù pur essendo Figlio di Dio era anche un vero uomo. Questa frase è anche per noi molto preziosa perché molto spesso nelle ore di angoscia e di dolore del cuore, quando soffriamo e non riusciamo a risolvere i nostri problemi, dentro di noi nascono i dubbi: "ma Gesù capisce il nostro dolore e le nostre lacrime?".
Certamente che ci capisce. Non è solo Figlio di Dio ma anche il Vero Uomo! Aveva un cuore e amava come amiamo noi. Gioiva e ogni tanto piangeva come noi. Aveva il corpo umano e soffriva come soffriamo noi. Eccetto il peccato, tutto quello che umano non è estraneo a Lui. Perciò preghiamo Gesù sempre e siamo certi che Lui ci capirà. In uno dei canti eucaristici polacchi si canta: "Lui sa che cos'è il tormento, Lui conosce l'amarezza delle lacrime. Di a Lui la tua sofferenza che il cuore trema dal dolore".
Il Vangelo di oggi è importante per noi perché Gesù non solo dimostra la compassione piangendo sulla morte del Suo amico Lazzaro ma anche e soprattutto perché lo risuscita. Così come con le lacrime Gesù ha dimostrato la Sua umanità così con il miracolo della risurrezione ha confermato la Sua divinità. Dimostra che nelle Sue mani è il potere sulla vita e sulla morte. "Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". E detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!" Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario".
La ricchezza del Vangelo di oggi non finisce qui. Il brano che abbiamo sentito contiene ancora un messaggio molto sostanzioso, forse il più importante per tutti noi. Gesù Cristo che è il Signore della vita e della morte ci dà la promessa della vita eterna. Ci dice: "Chi crede in me, anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno". Proviamo a notare bene! Gesù ci promette qualcosa di più bello di quello che ha fatto a Lazzaro. Dopo la risurrezione, Lazzaro probabilmente ha vissuto fino alla vecchiaia e dopo è morto. A noi invece Gesù promette la vita che non finirà mai, la vita eterna!
La quinta domenica di Quaresima che viviamo ci avvicina sempre di più agli avvenimenti pasquali. Non sciupiamo questi momenti preziosi della Quaresima. Guardiamo con amore Cristo che per noi muore sulla croce. Ricordiamo che la vita che ci promette Gesù la possiamo conquistare solo collaborando con la grazia di Dio. Così come ha detto Sant'Agostino: "Dio ci ha creati senza il nostro aiuto ma non riesce a salvarci senza la nostra collaborazione".

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Domenica delle Palme

Mt 26, 14 - 27, 66

"Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione."

Nella descrizione della giornata di oggi, come in un sogno, abbiamo a che da fare con tantissimi avvenimenti, che velocemente cambiano. L'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme dove una folla festosa lo saluta come un re, è oscurato completamente dalla Passione del Signore e dagli altri avvenimenti. La meraviglia e la stima in pochi giorni lasceranno il posto all'indifferenza e al disprezzo. È molto curioso come gli uomini riescono in breve tempo a cambiare le proprie convinzioni, come da amici diventano nemici, da affettuosi diventano freddi e distanti. Sicuramente non è difficile trovare questi contrasti anche nei nostri tempi.

Allora è una cosa buona e raccomandabile perché nella domenica odierna, nella Settimana Santa insieme con la notte e il giorno di Pasqua, più profondamente riflettiamo su noi stessi.
Perché veniamo alla celebrazione della Domenica delle Palme? Perché vogliamo benedire i ramoscelli d'olivo?
Con questo vogliamo conservare la tradizione dei nostri padri e così ricordare questo rito annuale? O forse abbiamo anche altre motivazioni che ci spingono a venire in chiesa, a partecipare alla processione d'ingresso, nella Santa Messa? Penso, che posso supporre, che non tanti riflettano sul perché la Domenica delle Palme sembri loro così importante da non perderla in ogni caso.
Indipendentemente dalla nostra personale motivazione possiamo alla fine convincerci che Gesù stesso ci convoca. Lui ci raduna e conduce perché possiamo proprio qui e adesso proclamare al mondo la Sua dignità e la presenza tra noi. Noi non stiamo sul bordo della strada come gli abitanti di Gerusalemme ma da soli componiamo la processione. E il Signore cammina insieme a tutti noi.
La Domenica delle Palme testimonia che tutti i cristiani nella loro vita partecipano in qualche processione, non importa se quella è legata con il trionfo o con la sconfitta, che sempre sono in cammino. Ci accompagnano sempre le persone che amiamo e che ci vogliono bene e anche noi li accompagniamo.
Una cosa, però, non possiamo mai dimenticare: che Cristo Gesù è con noi in tutte le situazioni della vita. È importante che Gli diamo posto nella nostra vita, solo così sperimenteremo che Lui vuole essere la nostra Guida, la nostra Via, la nostra Vita. Lui ci permetterà di partecipare alla felicità infinita.
Essere convinti di questo significa vivere più coscientemente i giorni della Settimana Santa e esplodere con grande gioia nel giorno di Pasqua.

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