Domeniche di Natale

anno A (2010)

Indice:

Natale del Signore
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Maria Santissima Madre di Dio - Nuovo Anno
II Domenica dopo Natale
Epifania
Battesimo del Signore

Natale del Signore

Lc 2,1-14

Oggi è nato per voi il Salvatore.

StellaTempo fa ho visto sul giornale un disegno molto espressivo. Ecco, sul marciapiede sta un grande manifesto con le parole: “Il vero significato del Natale”. Il manifesto è strappato e calpestato. Gli uomini camminano frettolosamente, entrano ed escono dai negozi. Sono troppo occupati con le spese, i regali.
                Questo è un simbolo, ma la realtà è più spaventosa. In qualche modo abbiamo perduto e calpestato il senso di questo giorno.

Dopo venti secoli di cristianesimo non sappiamo capire la sostanza di questa festa. Da un anno all’altro vari gingilli coprono lo splendore della stella di Betlemme, e il rumore delle macchine soffoca il suono delle campane che annunciano la Buona Novella. Almeno qui, nella Chiesa, adoperiamoci e concentriamoci per un momento e con lo sguardo fissato verso il Presepio, per capire il senso di questo GIORNO e salutare il Signore.

Pensiamo un momento:

Dai cuori e dalle labbra, oggi, deve uscire il sentimento di gratitudine verso il Bambino Gesù. Perciò:
Sii adorato, Piccolo Gesù, per la Tua Incarnazione e nascita;
Sii adorato, Gesù, perché hai condiviso il tutto con noi eccetto il peccato;
Sii adorato, Gesù, per la Tua vita nascosta in Nazareth;
Sii adorato per la bella Novella che hai preannunciato;
Sii adorato per i miracoli che hai fatto;
Sii adorato per il Tuo amore per i peccatori;
Sii adorato per la Tua passione e morte sulla Croce;
Sii adorato per la Tua Risurrezione ed Ascensione;
Sii adorato per il Tuo attendere nel Cielo;
Sii adorato per la Tua Chiesa ed i Sacramenti;
Sii adorato perché nasci continuamente tra noi, nelle anime e sull’altare.

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
(Mt 2,13-15.19-23)

Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.

Spesso un tema ricorrente per gli artisti e gli scrittori di religione è la vita della Sacra Famiglia. Loro ci mostrano questa vita come un idillio. Però la vita di Sacra Famiglia non era così come vediamo su quei quadri, anzi era un dramma. Questo dramma era visibile ancora prima e subito dopo la nascita di Gesù. Basta ricordare la lunga strada da Nazareth a Betlemme, la ricerca di alloggio negli alberghi. Finalmente hanno trovato la mangiatoia degli animali. È vero che lì c’erano gli Angeli, ma c’era anche il bestiame. Inoltre c’erano i Magi, ma c’era anche Erode. C’era la gioia gloriosa ma anche la costretta fuga in Egitto. Erano gli anni dell’esilio in terra straniera. E dopo il ritorno – né con la macchina, né con il treno o con l’aereo – ma a piedi. E di nuovo riorganizzare tutto da capo. Solamente coloro che hanno vissuto o vivono da soli qualcosa di simile capiscono qualcosa di tutto questo.
            La loro vita, la vita di Sacra Famiglia, era un dramma, ma non una tragedia. Perché in questa Famiglia c’era Gesù, e dove è Cristo Gesù – lì c’è e può esserci il cielo già qui sulla terra.
            Quando guardiamo alla Sacra Famiglia, inconsapevolmente, ci poniamo una domanda: Cosa pensa Gesù della famiglia?
            La risposta, forse , è semplice e chiara. Se il Salvatore è entrato, attraverso la propria, nella famiglia umana, allora evidentemente la famiglia, secondo Dio, è il nucleo più importante e principale della società umana.
            Cosa desidera Cristo dalle famiglie? Anche a questo non è difficile rispondere. Soprattutto amore e unità. Era Dio e “Dio è Amore”. Anche l’amore è il principale diritto e comandamento nel mondo e soprattutto nelle famiglie. Ha confermato ciò istituendo il particolare sacramento per le famiglie: Sacramento del Matrimonio.
            Cosa dà Gesù alle famiglie? Non dà un premio o un altro stipendio, come non lo ha dato alla Sacra Famiglia, ma dà ciò che non può dare il mondo. Dà la Sua pace, e insieme ad essa, la gioia e la felicità.

Oggi preghiamo Gesù, Maria e Giuseppe, perché ci aiutino a formare le nostre famiglie seguendo l’esempio della Sacra Famiglia.

Maria Santissima Madre di Dio - Nuovo Anno

(Lc 2,16-21)

Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Madre di DioOggi ci poniamo una domanda: perché la Madre Santissima è il tema delle letture liturgiche all’inizio del Nuovo Anno? Perché Lei e non Cristo Gesù, che è “l’Alfa e l’Omega – inizio e fine”? A questa domanda rispondiamo brevemente: Perché Lei è Madre!; Madre di Gesù e nostra.
Da secoli Dio voleva che non solo la nostra vita temporale, ma anche quella soprannaturale avesse carattere materno. Perciò, da secoli, L’ha eletta come Madre di Suo Figlio.
Era necessaria a Gesù perché potesse divenire Uomo, potesse essere “uno di noi”, avere la nostra stessa natura umana. Lei con il Suo “Fiat” – il Suo “Sì” – ha fatto sì “che il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Senza di Lei il Figlio di Dio non sarebbe Cristo e Salvatore. Senza di Lei non sarebbe nato e non avrebbe le nostre fattezze umana, la carne e il sangue. Lei – Maria – Gli ha dato il nome disegnato dal Cielo. Il nome che riassume ed esprime in sé tutta la Sua missione. Nessun altro, solo Lei, per prima ha mostrato Cristo ai primi credenti – i pastori. Senza di Lei Gesù non sarebbe potuto essere un vero figlio di Abramo e di Davide.
Lei è anche nostra Madre, perché siamo una sola cosa con Cristo. Non c’è Cristo senza l’umanità, e non c’è l’umanità senza Cristo. Lui “è generato prima di ogni creatura” e “Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui”.
Maria era necessaria all’umanità per esprimere, nel nostro nome, la disponibilità per l’incarnazione del Verbo di Dio. Aveva ed ha bisogno di Lei la Chiesa sulla strada verso il Padre Celeste, per dare continuamente Cristo a tutti. Altri santi potrebbero esserci o non esserci, però senza Maria non è possibile immaginare la vera Chiesa di Cristo.
Come Madre di Cristo e Madre nostra, Lei è contemporaneamente un ideale per ogni uomo. È un ideale per ogni persona armonizzata ed unita con Dio e con gli uomini. È un esempio per tutti gli uomini e per tutti i tempi.
La nostra vita, come questo Nuovo Anno che stiamo cominciando, è un viaggio. Alcune volte è un labirinto pieno di pericolosi vicoli. Perciò oggi Lei sta davanti a noi, non solo per benedire ma anche per accompagnarci tutti i giorni di quest’anno e per tutta la vita.
Allora, andiamo insieme con Lei pieni di fiducia, cercando la Sua protezione.

II Domenica dopo Natale

(Gv 1,1-18)

"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi"

Spesso, durante i cortei di protesta, contro la discriminazione, i partecipanti portano i manifesti con le parole: “Sono uomo”.
Sono uomo! Queste parole suonano come un eco e risuonano ovunque. Questa dignità non può svalutarsi perché un uomo non è una cosa ma una persona, non è qualcosa ma qualcuno, qualcuno dietro cui stanno Dio e Cristo.
Come persona, l’uomo ha un valore immutabile e non transitorio. Allora non possiamo suddividere gli uomini in “necessari” e “non necessari”, perché secondo questa logica saremo tutti inutili. Può risultare inutile un vecchio padre per un giovane e forte figlio, un povero per un ricco, un ricco per un povero, un ateista per un credente, ecc.
Però, non possiamo dimenticare, che oltre questo titolo principale della dignità umana, abbiamo un nuovo titolo e una nuova dignità di figli di Dio. “A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel Suo nome, … da Dio sono stati generati”.
Riceviamo questo titolo onorifico nel momento della nascita spirituale con il Battesimo. Questo titolo dura in noi e si rafforza con la fede e l’amore, per unificarci con Cristo nei Santi Sacramenti. “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?”, “o non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo?” – ci domanda san Paolo nella lettera ai Corinzi.
E San Giovanni Apostolo, nelle sua Lettera, ci insegna: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati Figli di Dio, e lo siamo realmente… Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo, però, che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui”.
Gli antichi romani erano orgogliosi della loro cittadinanza, esprimendo questo con le parole: “Romanus sum!”. Dobbiamo essere felici e orgogliosi del titolo di Figli di Dio!

Epifania del Signore

(Mt 2,1-12)

«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?
Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».

MagiFelici Magi dall’oriente! Felici perché hanno visto la stella e l’hanno seguita. Non si sono scoraggiati con le difficoltà e hanno trovato Gesù. Cercavano “il re dei Giudei che è nato” e hanno trovato Dio, e insieme con Dio hanno trovato lo scopo ed il senso della propria vita. Felici, perché si sono compiuti i loro desideri e sogni, perché non si sono delusi nella fede e la buona volontà ed il cuore aperto li hanno permesso di vedere Colui che era “l’attesa delle nazioni”. In questo modo hanno iniziato un lungo corteo “dei cercatori e dei scopritori” di Dio.
Ogni uomo è un cercatore di Dio. Tutti ne hanno bisogno benché non lo pensano e non lo sanno. Cerchiamo Dio perché il nostro cuore ha sempre fame di felicità e di conoscere la verità. E appunto il nostro cuore è una prima stella che ci comanda di cercare Dio ovunque.
Ognuno di noi ha la propria stella e la propria strada. Questa stella è il nostro intelletto ed il nostro cuore, e la strada – tutta la vita con tutte le circostanze. Perciò è facile trovare Dio, perché abbiamo le Sue “tracce” intorno a noi. Abbiamo le impronte della Sua onnipotenza nel cosmo. Tutto il mondo ci parla della Sua grandezza e del Suo Amore. Abbiamo lo specchio – la coscienza, dove possiamo leggere e trovare Dio. Abbiamo la Bibbia per trovare le Sue parole. E quando ci perdiamo, quando vengono meno il nostro intelletto ed i nostri sensi – allora ci viene in aiuto la Chiesa con i suoi rimedi: i Sacramenti, per rafforzare la luce della nostra stella, per rischiarare la strada, per nutrire la nostra anima. Allora è facile trovare Dio, perché anche Lui contemporaneamente ci cerca e viene per incontrarci.
Noi Lo incontriamo adesso, questo nostro Signore, non come Lo incontrarono i Magi, ma con un velo di umiltà in più, aggiunto alla Sua umanità: quello del Sacramento. Prostriamoci con fede, apriamo i nostri piccoli e poveri scrigni ed offriamoGli ciò che vi è dentro di meglio: la nostra fede, la nostra speranza e soprattutto il nostro amore.

Battesimo del Signore

(Mt 3,13-17)

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»

Battesimo di GesùIn ogni santa Messa sta davanti a noi Cristo, sempre lo stesso e sempre nuovo. Oggi Lo vediamo quando entra nel fiume Giordano per ricevere il Battesimo dalle mani di Giovanni il Battista. Gesù, ricevendo il battesimo da Giovanni, si innesta nella parte penitenziale del popolo eletto. Prende su di sé i peccati umani e decide, come Agnello di Dio, di togliere il peccato dal mondo. Per ricevere il Battesimo da Giovanni, Gesù, che non ha peccato, è solidale e si identifica con l’uomo peccatore per salvare quell’uomo.
Il Battesimo di Gesù nel Giordano, questo è un grande appello per l’uomo e soprattutto per chi può credere che appartenendo alla Santa Chiesa è automaticamente santo e non ha nessuna necessità della penitenza. Intanto Gesù, sola Santità che poteva dire di sé: Chi di voi può convincermi di peccato? – ha ricevuto il battesimo di penitenza.
La festa di oggi è la festa di tutti coloro che desiderano la rinnovazione e la conversione ed a tale scopo scendono nelle acque del Giordano per uscire da quelle come un Uomo nuovo. Per uscire di più uniti con Cristo nella Sua Passione, morte e Risurrezione.
Ognuno di noi è stato battezzato, è stato innestato nella triplice missione di Cristo: quella profetico, sacerdotale e regale. Siamo coscienti di questo grande onore e impegno? O forse, trattiamo il Battesimo solo come l’occasione per fare una festa famigliare e ricevere il certificato?

La festa di oggi, la festa del Battesimo del Signore Gesù, è occasione per riflettere e rispondere a queste domande.

 

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