Natale del Signore

Due mila anni fa, una coppia di sposi passava da una porta all’altra chiedendo il pernottamento, ma nessuno voleva accoglierla. Si fermò in una stalla, e là nacque Gesù Cristo. Questa era la prima prova di Cristo per raggiungere i propri fratelli e sorelle. Era una prova negativa.

NataleOggi la situazione è cambiata. I cristiani prendono coscienza che si è formata una gran famiglia del Popolo di Dio. E questa famiglia in questa Notte vive la propria fratellanza con Gesù. Oggi già non Maria con Giuseppe passano senza esito da una porta all’altra. Oggi da quelle porte escono gli uomini per cercare nel mezzo della notte Lei e il Suo Figlio e loro fratello secondo la carne. Oggi sappiamo anche, che Lei segna il posto della Sua presenza. Lei era quella donna che ha preso la responsabilità per la Sua infanzia. Per questo siamo così sicuri, che Lui è solo là, dov’è Lei. Non Lo cerchiamo altrove, solo accanto a Lei.

Oggi sappiamo tanto di più, sull’avvenimento della Notte di Betlemme, che la gente di allora, però, la chiusura delle porte ancora esiste. Si chiudono le porte davanti ai poveri, davanti a quelli che sono nel bisogno; si chiude anche la porta davanti a Gesù negando la comunità con Lui. Perciò diciamo cordialmente: scusaci per gli uomini degli altri e dei nostri tempi. Chiediamo anche la grazia, perché mai chiudiamo la porta davanti a Lui e di conseguenza, che Lui non chiuda la porta davanti a noi. Perché verrà il momento, quando dopo la lunga o breve vita, arriveremo da Lui come mendicanti, portando con noi solo la speranza, che Lui ci apra e ci dà la gioia che non finirà mai.

In questa unica e non ripetibile Notte non dimentichiamo di ascoltare che cosa vuole dirci il silenzioso Bambino. Questa sarà la nostra preghiera chiamata anche la preghiera della notte di Betlemme.

II domenica di Natale

Gv 1,1-18

"...il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi"

Da dove veniamo, qual è la nostra genealogia? – questa è la domanda che appare più spesso quando pensiamo sul tema chi è l’uomo. Su questo tema ci sono diverse teorie. Alcuni affermano che la terra, cioè la materia è la nostra madre. Altri invece dicono che non solo essa. Nel prologo del Vangelo San Giovanni ha scritto: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo". E San Paolo nella lettera agli Efesini dice: "In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo…".

Da questi testi risultano due cose: la prima ci dice che l’uomo non è nato da terra, e la seconda, che Dio aveva l’idea dell’uomo ancora prima della creazione del mondo. In altre parole, ognuno di noi è stato inventato da Dio, nel Suo pensiero, nella Sua onnipotenza e nell’amore. E questo ancora è poco, perché Lui ci ha predestinati come Suoi figli..

Dio è questo che ha inventato la mia faccia che senza pietà il tempo, le malattie e le altre disgrazie maltrattano. Questa faccia lascio al mondo, ma quella ultima, che dà la forma alla mia umanità, quella mi dà il Padre Celeste nell’ultimo giorno, quando verrà il mio tempo.

Una cosa curiosa, esiste la somiglianza nella genealogia nostra e quella di Gesù. Questa non è solo la questione di somiglianza, ma anche di vita e della forza. Questa forza che ci viene da Dio ci dà la possibilità della vita degna dei figli di Dio, cioè della santificazione e della prospettiva dell’eternità.

La coscienza di questo fatto ci è necessaria, perché accanto a noi vivono gli uomini che hanno altra visione dell’umanità. Sono convinti che l’uomo è un prodotto della terra, che in sé non porta il futuro eterno e che la sua faccia da vecchio sarà l’ultima. Invece noi siamo convinti che portiamo in noi il mistero della figliolanza divina, che il nostro ultimo e vero volto ancora è nascosto in Dio.

 

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