Domeniche di Avvento

anno A (2016)

 

Indice:

I Domenica di Avvento
Immacolata Concezione
II Domenica di Avvento
III Domenica di Avvento
IV Domenica di Avvento

I Domenica di Avvento
Anno A

(Mt 24,37-44 )

«Vegliate, per essere pronti al suo arrivo»

“Come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca”.

Così Gesù ha parlato degli uomini che vivevano prima del diluvio universale, ma così si potrebbe dire anche degli uomini di oggi. Anche nei nostri giorni beviamo, mangiamo, ci sposiamo, lavoriamo, ci divertiamo… come se non ci fosse stato il diluvio.
Quelli, prima del diluvio, prendevano moglie o marito, mangiavano, bevevano, pensavano di essere sicuri, che non avvenisse nessuna minaccia, che la vita avrebbe durato in eterno e che Dio, è uno che non bisogna prendere seriamente.
Invece noi mangiamo, beviamo, ci sposiamo, perché speriamo che arrivi il nuovo diluvio. Ma questo non sarà  il diluvio della punizione per i peccati, bensì il diluvio dell’Amore di Dio.
Il diluvio dell’Amore di Dio arriverà il 25 dicembre. Fra pochi giorni!. Proviamo ad avere fiducia in questo diluvio, aspettiamolo e permettiamo che ci affondi! Tuffiamoci nell’oceano dell’Amore Divino che verrà insieme con Gesù. Nascerà a Betlemme per raccontarci quell’Amore e testimoniarlo con le opere, le parole, i miracoli, con la Sua morte e Risurrezione. Per effondere l’Amore divino su tutti noi, su tutto il mondo.
Che questo nuovo diluvio riesca a riempirci fino all’orlo dell’Amore di Dio.

Proprio questo voglio augurare a tutti noi sulla soglia del Nuovo Anno Liturgico!  

 

II Domenica di Avvento
Anno A

(Mt 3,1-12 )

«Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!»

“Il suo cibo erano cavallette e miele selvatico”

Nella vita dell’uomo, molto importante è l’armonia. L’armonia e il senso della realtà.
Qualcuno che per tutta la vita mangia solo i dolci, sicuramente non svilupperà il senso del gusto, del sapore e così avrà deformato il senso della realtà. Uguale è con un altro che per tutta la vita mangia solo le mele marce. Anche lui non conoscerà la verità del mondo, della vita.
Nella vita è necessario sperimentare i momenti gioiosi ma anche quelli tristi, il successo ma anche la sconfitta, sperimentare la propria debolezza per scoprire e apprezzare la propria forza.
Forse proprio di questo vuole parlarci l’evangelista dicendo che Giovanni mangiava le cavallette e il miele selvatico, gli amari insetti e il dolce miele. Due esperienze diametralmente opposte.
L’esperienza dell’uomo che ha da compiere una grande missione, un compito enorme, e dall’altra parte che questo compito non si concentri su di lui. Aveva da compiere la missione che portava verso Gesù.
La nostra vita è simile, uguale alla sua. Dobbiamo sperimentare non solo l’amarezza ma anche la dolcezza della vita. Ma sempre dobbiamo essere coscienti che siamo molto importanti, necessari, quasi il centro del mondo. Dall’altra parte dobbiamo ricordare che la nostra vita ha un valore inestimabile solo quando serve a Qualcuno! Per questo Giovanni poteva dire: dopo di me viene uno più grande, più importante!
Quello che ha sperimentato la gioia e l’amarezza della vita, tranquillamente può affermare: non sono io il più importante, è Qualcun altro più importante di me.
Giovanni, grande realista e conoscitore della vita poteva rivolgersi agli altri chiamandoli per nome: sei un peccatore, convertiti! Poteva dire questo, poteva pensare così perché ha conosciuto la vita vera.

Ogni momento della vita, anche quello amaro è molto importante perché ci insegna la verità su di noi, sul  mondo, su Dio!  

 

III Domenica di Avvento
Anno A

(Mt 11,2-11 )

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

            E’ una domanda molto concreta e chiara dalla quale si può comprendere quale fosse il senso della vita di Giovanni e dei suoi contemporanei. Il senso, lo scopo della loro vita era l’attesa del Messia!
            Forse proprio questo è l’insegnamento per ognuno di noi. Forse proprio questo è la cosa più importante nella nostra cristianità, nella nostra fede, nelle nostre relazioni con Dio. Forse questo è la cosa più importante in tutta la nostra esistenza: aspettare l’incontro con il Salvatore con costanza e senza stancarsi. Aspettare con la speranza!  

 

IV Domenica di Avvento
Anno A

(Mt 1,18-24 )

Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide

“Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto”.

            Giuseppe, una figura, una persona molto interessante. Interessante non perché dice  cose importanti e sapienti, sulle carte del Vangelo non è stata scritta neanche una frase pronunciata dal lui. Questo è un fenomeno. La Parola di Dio non trasmette la parola di Giuseppe, neanche una!
            Giuseppe è l’uomo dell’agire, del fare, ma anche un uomo di grande sensibilità. Eppure è un uomo che si pone in secondo piano. È un uomo nascosto nell’ombra della presenza di Dio.
            Questo è per me, per tutti noi un esempio bellissimo. Giuseppe non discuteva, non chiacchierava. Stava nel silenzio e faceva tutto quello che Dio richiedeva.

            Lo ammiro e in un certo senso lo invidio, ma spero che il Signore anche per questo, una volta mi faccia sentire la Sua chiamata: alla totale obbedienza alla Parola di Dio!  

 

 

 

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